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«Se ne esce rafforzando il rapporto partito-ministro»

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Perché,facendo in questo modo dà l'impressione di sottovalutare il ruolo e l'aiuto che ha avuto da tutto il governo, e dall'intera maggioranza». Il vicepogruppo Pdl al Senato Gaetano Quaglieriello non ha dubbi su quello che si sta rivelando il momento di stallo all'interno del Pdl sul caso Tremonti. Quello che Quagliariello a questo punto propone come soluzione è arrivare ad una mediazione tra le parti. Tenendo conto dei risultati ottenuti finora dalla gestione Tremonti, e dall'altra di tutti i temi contenuti nel programma del Pdl, approvato dal voto degli elettori. «Abbiamo gestito la parte più difficile della crisi, ma molti effetti sono ancora presenti. Siamo riusciti a tenere la barra dei conti dritta, con rigore. E questo lo abbiamo fatto grazie alla politica di Giulio Tremonti, aiutato però da tutto il governo e dalla maggioranza». Quindi le sembra che il ministro dell'Economia sia un po' ingrato... «No. Dico solo che è giusto che Tremonti non voglia disperdere i risultati ottenuti in questo anno e su questo dobbiamo tutti aiutarlo. D'altra parte però si cominciano a vedere alcuni spiragli che permettono un po' più di movimento. E magari realizzare quel programma con cui ci siamo presentati agli elettori. Su questo punto, mi sembra, siamo tutti d'accordo». E quindi come se ne esce? «Rafforzando il rapporto Tremonti-Pdl. Alla fine deve prevalere il buon senso. La nostra è una maggioranza che ha sin qui lavorato benissimo. Sarebbe un peccato spezzare la corda». Il Pdl intanto appare compatto a fare muro al ministro dell'Economia... «Prima nel centrodestra c'era prevalentemente una lotta tra leader. Poi è nato il Pdl che sta diventando luogo di confronto, di lavoro, di obiettivi. E di questo iniziano ad esserne consapevoli tutti: Fini, Tremonti ma anche Berlusconi». Come la mettiamo con Bossi: ieri ha rilanciato al promozione a vicepremier di Tremonti. «Bossi in questo momento è un elemento di stabilità. Alla fine anche lui vorrà trovare la quadra». Capitolo regionali: a che punto siamo con il puzzle dei candidati? «In realtà si è molto vicini al completamento del quadro. Anche in questo caso bisogna privilegiare la politica. Dobbiamo essere in grado, al di là degli egoismi di parte, di scegliere i candidati migliori. Anche a costo di chiedere, se serve, un sacrificio a qualche ministro». Tipo? «Non penso a qualcuno in particolare». E in Campania, resta sul tavolo il nodo Cosentino, nome non gradito al presidente della Camera. «Intanto bisogna dire che in Campania il punto è critico perché è critica la Campania. Noi dobbiamo far prevalere la responsabilità politica e, per questo, scegliere un candidato non certo sulla base del chiacchiericcio di qualche procura. È fondamentale non abbassare la nostra guardia sul garantismo». Veniamo alla vicenda Marrazzo. Secondo Bersani anche Berlusconi dovrebbe autosospendersi... «Le parole di Bersani sono intollerabili. Non rispettano la verità. Sia chiaro: se Marrazzo va via è perchè ha ceduto a un ricatto e ha pagato. Nessuno di noi gli ha addebitato altro. Ma evidentemente da parte nostra c'è un rispetto umano del quale gli ex comunisti non sono capaci». Gia.Ron.

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