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Bocchino: "Sbagliato uno scontro sull'Islam"

Italo Bocchino

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«Macchè scontro politico. Non trasformiamo la proposta di Urso nell'ennesima polemica». Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera e tra gli uomini più vicini a Gianfranco Fini smorza i toni sull'idea lanciata dal viceministro allo Sviluppo economico: portare la religione islamica nelle scuole. «Non è un'idea sbagliata se la si guarda in una prospettiva futura. Ora di certo non è percorribile». Perché? «Sia a causa di quanto previsto dal Concordato sia per ragioni culturali ed organizzative rispetto al comparto dell'istruzione». E dunque perché proporla proprio in questo momento? «Ma le fondazioni hanno questo compito, quello di avanzare delle proposte. L'ipotesi dell'ora di insegnamento di islam nelle scuole va letta appunto come la riflessione culturale di una fondazione che studia gli scenari dell'Italia nei prossimi decenni ed è quindi un errore farne oggetto di dibattito politico o addirittura di scontro interno nel Pdl e nella maggioranza». Diciamo che la proposta di Urso, calata in questo scenario politico, appare più come una provocazione verso la Lega. «Ma non è così. Non è la proposta di un partito: siamo ad un convegno culturale sulla cittadinanza. Inoltre, c'è da dire che la Lega forse guarda all'Italia di oggi. Se vediamo la questione proiettata nel futuro vediamo che il problema prima o poi si porrà. Sono due facce della stessa medaglia: da una parte c'è la lotta all'immigrazione clandistina. Dall'altra l'integrazione. Fini si sta battendo a difesa di entrambe». A proposito di Fini, Dario Franceschini dice che è l'avversario che stima di più. E che non sopporta il ministro Brunetta. «Al di là che potrei essere d'accordo con Franceschini, credo comunque rientri nella logica delle cose. Fini fa il presidente della Camera, ha un ruolo terzo e quindi deve operare nel bene di tutti. Il ministro ha un ruolo di governo e quindi rappresenta una parte politica. Mi sembra tutto normale, quindi». Capitolo regionali. Sabato scorso avete fatto a Palazzo Grazioli una riunione con Berlusconi sulla questione Campania. Sembra chiusa su Nicola Cosentino. È così? «Il presidente Berlusconi ha detto che saranno i coordinatori a decidere sulla base delle indicazioni ricevute. E quindi lasciamo a loro l'ultima parola».   Se ne riparlerà tra una decina di giorni... «Esatto. Aspettiamo le primarie del Pd». Lei non ha finora caldeggiato il nome di Cosentino come possibile candidato. E se alla fine sarà lui il prescelto? «Saremo tutti al suo fianco a sostenerlo. Così come nel caso di Caldoro o di Lettieri».  

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