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Parte il congresso del Pd Ma Walter preferisce Fazio

Walter Veltroni

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I mille delegati, usciti dai congressi dei circoli, saranno il pubblico che oggi, all'Hotel Marriot, assisteranno al primo match tra i tre candidati alla leadership del Pd. Alla convenzione, invece, non ci saranno i «fondatori» del partito Romano Prodi e Walter Veltroni e potrebbe non esserci anche Francesco Rutelli. D'altra parte l'attenzione di tutti è ormai rivolta al 25 ottobre, quando dai gazebo delle primarie uscirà il segretario dei democratici ed è soprattutto a quella che oggi Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino parleranno. Il match televisivo si svolgerà il 16 ottobre ma stamattina si capiranno i punti di forza dei tre candidati. Pier Luigi Bersani, che parlerà per primo, essendo in testa nel voto dei circoli, eviterà le polemiche interne ma presenterà, a quanto si apprende, quattro proposte per l'alternativa che il Pd deve costruire «non dall'oggi al domani ma cominciando subito», per mettere in campo una coalizione e un programma in grado di battere Silvio Berlusconi. Poi Dario Franceschini, che punta sulle primarie per confermare la sua leadership, insisterà sui rischi del «tornare indietro» sia rispetto al bipolarismo sia rispetto all'identità plurale del Pd, garanzia perchè «tutti si sentano a casa».   Ignazio Marino, il candidato che, per ammissione stessa di Massimo D'Alema è quello che potrebbe guadagnare più voti dalle primarie, stresserà ancora di più il profilo di candidato fuori dagli schemi e quindi più capace di «dire dei sì e dei no». Un confronto al quale assisteranno delegati ma anche parlamentari, sindaci e presidenti di Regione. Peserà, però, l'assenza di big, come Romano Prodi e il primo segretario del Pd Walter Veltroni. «Non parlo di politica nè di primarie. Non entro nel dibattito congressuale», ribadisce l'ex leader che stasera sarà ospite di Che Tempo che fa su Raitre. Non si sa, invece, se ci sarà Francesco Rutelli, da tempo critico sulla rotta presa dal Pd. Su un punto i tre candidati saranno d'accordo: sulla necessità del Pd di fare muro in difesa delle istituzioni perché Berlusconi, sostiene Rosy Bindi, «non conosce l'abc della democrazia». E per questo motivo, al di là dei calcoli sui consensi che ne potrebbero derivare, Franceschini, Bersani e Marino faranno appello ad una grande partecipazione alle primarie come prova di forza democratica. «Credo sia incontestabile - afferma il segretario - che più gente verrà a votare, più forti saremo noi e più forte sarà il segretario del partito, chiunque sarà eletto tra di noi. Soprattutto sarà più forte il nostro fare opposizione alle destre e a questo governo».

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