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Berlusconi: "Soldi e case nuove come abbiamo fatto all'Aquila"

MESSINA - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi sull'elicottero sorvola le zone del messinese che sono state colpite dall'alluvione

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Scene già viste. Immagini di dolore e disperazione ovunque. Messina come L'Aquila: cambiano i numeri e le dimensioni. Ma il quadro che Berlusconi si trova davanti è più o meno lo stesso. Ed è per questo che il tipo di intervento che il premier intende realizzare nelle zone alluvionate è proprio quello attuato in Abruzzo. Partendo però da una consapevolezza che ieri il presidente del Consiglio ha ripetuto più volte. E cioè che in Sicilia esiste il problema della sicurezza più che in altre regioni.   Occorre per questo individuare «zone edificabili» dove poter costruire le nuove case. Il premier pensa a nuovi quartieri, piccoli villaggi con appartamenti per gli sfollati ma anche con centri commerciali per ospitare i tanti negozi andati distrutti dall'alluvione. E questo verrà fatto nei tempi più brevi possibili. C'è poi un'altra consapevolezza che Berlusconi non nasconde e cioè che l'evento «era stato previsto nel nostro centro romano», e anche con anticipo. Anche se, dice il premier in conferenza stampa, «di certo non ci aspettavamo queste dimensioni». Ancora una volta è Guido Bertolaso a dare a Berlusconi i numeri della tragedia. Il tutto accade con un volo in elicottero di circa trenta minuti che il presidente del Consiglio fa appena arrivato a Messina. Sono «immagini terribili» come lo stesso premier dice dopo agli sfollati. Bertolaso fa vedere la scia lasciata dal fango che è passata sul paese trascinando le case verso il mare. E spiega anche gli effetti devastanti del disboscamento della zona. Dopodiché c'è l'incontro con le persone rimaste senza casa. In tutto sono 524 persone alloggiate in quattro alberghi. Il premier accompagnato dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e quello delle Infrastrutture Altero Matteoli, raggiunge l'hotel Capo Peloro, dove si trova un primo gruppo di assistiti. L'appello che rivolgono al premier è praticamente solo uno: «Presidente non ci abbandoni, ora abbiamo bisogno di aiuto». Tema cruciale: i fondi. A questo punto, spiega il premier, si tratta di confrontarsi con il ministro Tremonti e capire quanto il governo potrà stanziare per questa tragedia. Se tutto andrà bene, verrà dato un miliardo di euro per affrontare le situazioni più a rischio su tutto il territorio italiano dal punto di vista idrogeolocico. Esattamente la stessa cifra messa in campo dopo il terremoto del 6 aprile per gli interventi urgenti sugli edifici strategici a rischio sismico. Il presidente del Consiglio arriva in prefettura a Messina, ed è costretto ad entrare dall'ingresso secondario a causa di alcuni contestatori contro il ponte sullo stretto che lo aspettavano davanti all'entrata principale. Per Berlusconi c'è subito un briefing con Guido Bertolaso e gli amministratori locali, dove mette in chiaro la strategia per i prossimi mesi: fondi subito, così come immediata deve essere la ricostruzione, sul modello di quella aquilana, anche utilizzando quelle aziende «che meglio hanno operato in Abruzzo».   Quanto all'utilizzo del miliardo che verrà stanziato per il rischio idrogeologico, che si aggiungerà ai 20 milioni che «il prossimo Cdm metterà a disposizione per gli interventi urgenti, è ovvio che si partirà proprio dal messinese dove - sottolinea il premier - il 63% del territorio è a rischio». Ad occuparsi della ricostruzione sarà direttamente il presidente della regione Raffaele Lombardo, nominato commissario straordinario. Poco prima di lasciare la sede della Prefettura Berlusconi assicura di essere pronto a tornare in Sicilia per «seguire da vicino i lavori». Nessuna domanda prevista per i giornalisti, in attesa di poter parlare con il premier anche di altre questioni, in primis il Lodo Mondadori. Ma lui taglia corto: «Bertolaso mi ha detto che questo è solo un punto stampa. Quindi le domande le farete un'altra volta».

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