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L'Iran sfida l'Occidente Nuovi test missilistici

Iran - Il lancio dei due missili

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I Pasdaran iraniani hanno cominciato le manovre missilistiche, proprio mentre si acuisce la tensione con l'Occidente dopo l'annuncio della costruzione di un secondo sito per l'arricchimento dell'uranio, l'attività più controversa nel programma nucleare della Repubblica islamica. Ieri sono stati effettuati lanci di missili Zelzal (con una gittata di 400 chilometri), Tondar (150 chilometri) e Fateh (110 chilometri). Successivamente dovrebbero essere lanciati gli Shahab 1 e 2, entrambi a medio raggio. Ma il momento culminante delle manovre è atteso per oggi, quando è in programma il lancio dello Shahab 3, un vettore con un raggio d'azione dichiarato di 2.000 chilometri e quindi potenzialmente in grado di raggiungere Israele. Il comandante delle forze aeree dei Guardiani della rivoluzione, generale Hossein Salami, ha detto che le manovre «non sono una minaccia per i Paesi vicini», ma un avvertimento alle «potenze egemoniche» che Teheran «è capace di rispondere ad atti di ostilità con immediatezza e in modo distruttivo». Salami ha risposto sdegnosamente anche alle ipotesi di un attacco israeliano: «Il regime sionista non è a un tale livello di potenza da parlarne come una minaccia». Sono queste le prime manovre iraniane di questo tipo da quando, il 17 settembre, il presidente americano Barack Obama ha rinunciato al progetto originario di uno scudo spaziale che doveva essere realizzato nell'Europa orientale con lo scopo dichiarato di fronteggiare la minaccia missilistica di Teheran. Le esercitazioni missilistiche dei Pasdaran, soprattutto nella regione del Golfo e dello Stretto di Hormuz, sono eventi ricorrenti. Ma in questo caso sono cominciate solo due giorni dopo che è diventata di pubblico dominio l'esistenza di un nuovo sito per l'arricchimento dell'uranio, vicino alla città santa sciita di Qom, 130 chilometri a sud di Teheran, che si aggiunge a quello già operativo di Natanz. Dure le reazioni degli Usa e dei Paesi europei, tra i quali sono tornate a circolare con più insistenza ipotesi di sanzioni severe contro Teheran. L'Occidente sospetta che la stessa tecnologia possa essere impiegata per aumentare l'arricchimento oltre il 90%, il livello necessario per costruire ordigni atomici. Secondo il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, la notizia del nuovo impianto mette l'Iran «in cattiva luce» in vista dell'incontro di Ginevra, ma ciò non esclude che vi sia ancora «un ristretto spazio» per trattative diplomatiche.

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