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Fini deciso a non arretrare E il premier rinvia l'incontro

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Berlusconi e Fini

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Tutti i "pontieri" sono all'opera. Da una parte e dall'altra. In Forza Italia così come in Alleanza nazionale. Per ora però senza arrivare alla "svolta del caminetto", a quel segnale che nel Pdl molti ritengono come il vero giro di boa: l'incontro tra Fini e Berlusconi. Un faccia a faccia che sarebbe dovuto essere ieri, ma che slitta di ora in ora. Anzi, non si riesce neanche a fissarlo. E questo nonostante i numerosi tentativi delle diplomazie di entrambi. «Fini sta facendo il prezioso», raccontano fonti di governo. In effetti, più di qualcuno tra gli uomini a lui vicini, ha telefonato ieri al presidente della Camera per sapere quale fosse a questo punto la sua intenzione, cercando uno spiraglio di comunicazione. Ma, a quanto pare, la risposta dell'inquilino di Montecitorio sarebbe stata: io vado avanti. Così, all'indomani delle fibrillazioni per la lettera di alcuni ex An al premier, mentre la giornata di Palazzo è dominata dal muro contro muro tra gli schieramenti sulla presenza di Berlusconi a «Porta a porta» e sugli indici d'ascolto ottenuti dalla trasmissione, nei retrobottega si continua a lavorare per uscire dall'angolo. Si aspetta. Nel Pdl sono tutti in attesa dell'incontro tra i due. Come conferma Italo Bocchino, promotore della lettera degli ex An al premier: «Aspettiamo trepidanti il loro chiarimento personale, la nascita del caminetto a cui ha fatto riferimento Berlusconi durante la trasmissione "Porta a porta", l'attivazione degli organi di partito e la convocazione dei vertici di maggioranza per fare in modo che il premier sia un mediatore tra le esigenze del Pdl e quelle della Lega». Oggi i tre coordinatori nazionali del partito dovrebbero incontrarsi nella sede di via dell'Umiltà per fare il punto della situazione. In relazione al caso scoppiato dopo la lettera, può essere messo anche l'annuncio - fatto dal direttivo del gruppo Pdl del Senato - di un seminario interno, in programma il 29 settembre, su «Il Pdl, la forma partito e la democrazia degli elettori», a cui prenderanno parte i tre coordinatori. Si aspetta. Le fredde parole del premier pronunciate in diretta tv sul suo rapporto con Fini («non ci sono problemi da parte mia», ha detto segnalando l'esistenza di «due concezioni diverse sul Pdl» - partito che Fini, «un professionista della politica», vorrebbe «con funzioni più allargate») hanno ribadito la distanza tra i «co-fondatori» del nuovo soggetto. Ieri nel Transatlantico della Camera non si parlava d'altro. In un clima quasi surreale, tra quelli di Fi e quelli di An praticamente separati in casa.   «A questo punto noi non possiamo fare più niente», racconta un parlamentare in quota Forza Italia. «È una cosa che riguarda solo i due al vertice». Sul flop della puntata di Porta a Porta Berlusconi, intanto, tace. Si sa, però, che avrebbe preferito andare in seconda serata, registrando la puntata dall'Aquila.   Una convinzione rafforzata dal risultato della serata e dalle polemiche che sono seguite: già nel salotto di Vespa il premier, tra il serio e il faceto, aveva detto che, fosse stato per lui, avrebbe preferito passare la serata guardando la partita del Milan in Champions. Commentando con alcuni dei suoi più stretti collaboratori il risultato di pubblico, Berlusconi avrebbe espresso soddisfazione per essere riuscito a dire tutto quello che aveva intenzione di esprimere. E che comunque il dato importante è il numero complessivo delle persone che ha visto Porta a Porta l'altra sera. Concetto espresso in serata anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «Alla sinistra ricordo i 16 milioni di contatti, 31 minuti visti, se sembran pochi...».

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