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Schifani: libertà di stampa mai negata

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Il presidente del Senato, Schifani

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{{IMG_SX}}"Vedo il Pdl come una casa aperta dove ci si può serenamente e liberamente confrontare senza alcun pericolo di anatemi od ostracismi". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, nel suo intervento a Gubbio. "La politica non deve perdere l'ambizione di sognare progetti e anticipare soluzioni, deve rafforzare la sua dimensione culturale e, insieme, deve nutrirsi di una profonda carica etica. Il Pdl possiede tutte le capacita': lo dimostra la nostra storia, il nostro percorso politico". Ieri, Gianfranco Fini aveva chiesto piu' dibattito e confronto interno. Schifani sostiene che "le varie anime che compongono il Pdl hanno piena ed ampia liberta' di espressione". "Si tratta - ha aggiunto - di una prerogativa che sta alla base di ogni partito liberale, dove il confronto di idee costituisce garanzia e un percorso attraverso il quale poter arrivare alla migliore scelta politica condivisa". Questo fa si', per Schifani, che "possono convivere posizioni a volte diverse su temi etici, per i quali e' stata sempre e comunque riconosciuta liberta' di coscienza". "Ma sui temi strategici della politica italiana - sostiene ancora - tutti noi abbiamo sempre assistito a comuni vedute, dopo ampi e liberi dibattiti. Dibattiti ai quali ha anche preso parte una classe dirigente che, negli anni, si e' formata e cresciuta, grazie alla quale abbiamo potuto raggiungere grandi successi elettorali e politici. Di ciò dobbiamo andarne fieri". E sulla libertà di stampa il presidente del Senato spiega: "La libertà di stampa nel nostro paese è garantita. Non vedo nubi che possono seppure minimamente limitarne l'esercizio". "Ogni giornalista - ha aggiunto - può esprimere liberamente le proprie idee e manifestare il suo pensiero, ed è sacrosanto che sia così. Ma tutto ciò deve avvenire senza travalicare i limiti della verità. Onorabilità e del rispetto della persona, perché la libertà di cronaca e di critica politica, anche aspra e forte, non deve mai degenerare in libertà di ingiuria, calunnia, diffamazione". Poi sui pm attacca:  "No a pm che ripropongono teoremi politici".  

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