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"Non ho mai pagato per fare sesso"

Silvio Berlusconi

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MADDALENA - Berlusconi va all'attacco. L'occasione è l'incontro ufficiale del leader spagnolo Zapatero. Sul tavolo della discussione c'è la crisi economica, l'immigrazione. Sono questi i temi che i due capi di governo affrontano nella conferenza stampa comune. Poi inizia il fuoco di fila che ha soprattutto come bersaglio il nostro premier. Le questioni non sono politiche. Come fanno da mesi alcuni giornali italiani, sono sempre personali. Berlusconi e le donne. Si comuncia con il ricordare una presunta gaffe sul numero delle ministre spagnole. Berlusconi ironizza, spiega, elogia le capacità femminili di risolvere i problemi. La tenacia. «Le nostre donne: da nostre padrone a dono di Dio». Scherza il premier. Ma il veleno è dietro l'angolo. E arriva con il volto del corrispondente del giornale spagnolo El Pais che pensa di avere in mano la carta per mettere finalmente all'angolo Berlusconi. Utilizza l'italiano, perché tutta italiana è la sua domanda polemica frutto di attente letture, come nota subito il premier, dell'Unità e di Repubblica. Miguel Mora, questo il nome del giornalista, tira in ballo le veline, l'inchiesta sulla prostituzione, le cene nelle case di Presidente. Le divergenze con Fini, con la Chiesa, la presunta immagine negativa che darebbe l'Italia per arrivare alla conclusione, auspicata, che sarebbe meglio dimettersi. Abbastanza per far saltare i nervi a chiunque. Ma, qui la svolta. Berlusconi non si sottrae. Replica punto per punto, con calma, determinazione. «D'ora in poi risponderò a tutto, sempre» dirà dopo. E la difesa diventa attacco a chi calunnia, a chi provoca. A chi cerca di ridicolizzarlo entrando nella sfera privata non volendo o potendo criticarlo sul versante politico. Del resto la strategia dell'opposizione sembra copiata dal calcio italiano degli anni '60: catenaccio e contropiede. Tutti in difesa aspettando l'errore dell'avversario. E i giornali fiancheggiatori si assumono il compito di cercare qualche colpo basso per intimidire, ostacolare, frenare. Stavolta Berlusconi ha annullato, forse per sempre, questi colpi. Sulle veline candidate la risposta è stata facile. Tre giovani, laureate che hanno ricevuto migliaia di voti. E sembrava dire: vediamo chi ha il coraggio di dire che una giovane donna preparata non può aspirare a una carriera politica? Sulla prostituzione siamo alla calunnia. L'inchiesta di Bari, lo ha precisato anche il procuratore, non vede coinvolto in nessun caso il premier. A Berlusconi sarebbe bastato dire questo. Ma è voluto andare oltre. Ha ricordato di aver organizzato degli incontri con alcuni gruppi di sostenitori. Che Tarantini si è presentato con alcune amiche. Poi punta sulla D'Addario senza citarla. «Mi sono comportato come si deve comportare un padrone di casa, che non sia diverso dalla normalità delle persone». È lei che ha attentato al premier, è lei che avrebbe commesso tanti reati da poter rischiare fino a 18 anni di reclusione. Non ha ancora deciso se denunciarla, ma non c'è stato alcun versamento in denaro. «Non ho mai pagato nessuno per una prestazione sessuale. Perché, chi ama conquistare, la gioia e la soddisfazione più bella è proprio nella conquista. Se paghi che gioia ci potrebbe essere?» E l'attacco è proseguito sugli altri temi. Buoni i rapporti con la Chiesa. Dimissioni? neanche per sogno. Ha superato il record di De Gasperi come giorni alla guida del governo. Non solo, ma ha voluto aggiungere: «Sono il miglior premier nella storia d'Italia». Dall'opposizione ironizzano. Oggi a caldo. Ma da domani dovranno trovare altri argomenti, la storia della D'Addario è chiusa. L'ha chiusa Berlusconi. Ora l'opposizione, se vorrà scalfire quel consenso, che, secondo il Cavaliere, ha raggiunto il 68 per cento, dovrà forse tornare a fare politica. Non dal buco della chiave.

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