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Fino a 18mila euro mensili per il deputato-presidente

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All'indennità da parlamentare, infatti, si aggiunge quella di amministratore locale con discreto giovamento per il portafoglio. Facciamo due conti. Secondo le norme attualmente in vigore un deputato ha diritto ad un'indennità netta di 5.486,58 euro cui si aggiunge una diaria di 4.003,11 riconosciuta a titolo di rimborso per le spese di soggiorno a Roma. Questa cifra viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza. Un deputato è presente se ha partecipato ad almeno il 30% delle votazioni elettroniche previste nella giornata. Ma non finisce qui. Ci sono anche 4.190 euro erogati tramite il gruppo di appartenenza per spese che riguardano il rapporto con gli elettori; 3.223,70 euro trimestrali se il deputato deve percorrere fino a 100 km (3.995,10 se la distanza è superiore) per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza e per coprire i trasferimenti da Fiumicino a Montecitorio. Viaggi autostradali, ferroviari, marittimi e aerei sul territorio nazionale sono liberi. Se i deputati si recano all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare possono richiedere fino a 3.100 euro di rimborso annuo e ci sono anche 3.098,74 per coprire le spese telefoniche. Passiamo ai senatori: 5.613,59 euro di indennità, 4.003,11 di diaria, 4.678,36 per lo svolgimento dell'attività parlamentare (il 35% erogato al senatore, il 65% al gruppo), 15.379,37 euro annui per i trasferimenti che diventano 18.486,31 se la distanza da percorrere è superiore a 100 km (i residenti a Roma ricevono 7.689,68), 4.150 per le spese telefoniche. Insomma un bel gruzzoletto cui gli «irriducibili» della poltrona possono aggiungere l'indennità da sindaco o da presidente di provincia. Qui le cifre sono più modeste e hanno subito, nell'ultimo anno, un taglio del 10%. Ciò nonostante, per i primi cittadini di comuni da 10.000 a 30.000 abitanti (difficilmente un parlamentare si candiderà in un paese più piccolo) l'indennità mensile si aggira intorno ai 2.800 euro, 3.100 fino a 50.000, 3.700 fino a 100mila e ancora 4.500 (fino a 250mila), 5.200 (fino a 500mila), 7.018 da 500.000 in su. Ma lo stipendio non è fisso e cambia a seconda che si tratti di città turistiche (+5%) o che abbiano spese correnti pro capite (+2%), o entrate proprie (+3%), superiori alla media regionale. E le maggiorazioni sono cumulabili. Per le province, invece, quattro indennità mensili differenziate: 3.718 (fino a 250mila abitanti), 4.508 (fino a 500mila), 5.200 (fino a un milione), 6.275 (oltre un milione). Quindi, se la matematica non è un'opinione, un deputato che fa il presidente di una provincia con più di 250mila abitanti (solo 28 su 110, in Italia, ne hanno meno) incassa fino a 16mila euro, mentre i fortunati possono sperare di incassare anche più di 18mila euro mensili. Non proprio bruscolini.

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