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Sulpiatto c'è più della presidenza di una Regione. C'è il via libera per arrivare a un accordo a «macchia di leopardo» senza arrivare a toccare gli equilibri nazionali e c'è la disponibilità a trattare per qualche assessorato nelle amministrazioni più importanti, ad esempio in Lombardia. Ma anche in quelle non direttamente coinvolte dal prossimo voto, come Roma. Silvio Berlusconi ha messo davanti a Pier Ferdinando Casini il massimo che poteva offrirgli per coinvolgerlo in un'alleanza per le Regionali del 2010. La condizione, però, è che il leader dell'Udc decida. E in fretta. Non una questione di ore, certo, anche perché i centristi hanno gli Stati Generali a Chianciano da venerdì a domenica. E prima di quell'appuntamento non succederà nulla. Ma se dall'assemblea non uscirà un'indicazione chiara Berlusconi non è disposto ad aspettare ancora molto: al massimo fino alla fine del mese. Casini, da parte sua, ha fatto capire che all'accordo è interessato. Lo ha dimostrato anche in un incontro al quale ha partecipato venerdì a Bologna: quando dal palco Bruno Tabacci ha iniziato ad attaccare Berlusconi, il leader dell'Udc ha mostrato più di un sintomo di insofferenza. Fino ad arrivare a richiamare apertamente il suo deputato. Due le situazioni più delicate, la Puglia e il Lazio. Per la prima è la stessa Udc locale a spingere per un accordo con il Pdl, sapendo di poter chiedere la poltrona di presidente. Con un limite però: i centristi non hanno un candidato forte dentro il partito e devono cercare un «terzo». Così, tra i nomi, c'è quello dell'ex esponente di An Adriana Poli Bortone, approdata su posizioni vicine alla sinistra ma abbastanza vicina anche all'Udc. Ma l'ex sindaco di Lecce ha un pessimo rapporto con una buona fetta del partito, che va da Gianfranco Fini ad Alfredo Mantovano. Dunque via alla ricerca di altri candidati, possibilmente provenienti dal mondo cattolico. Tra gli outsider potrebbe esserci il magistrato barese Stefano Dambruoso, un passato nella Procura distrettuale antimafia di Palermo, poi al tribunale di Milano nel dipartimento antiterrorismo e ora esperto giuridico presso la rappresentanza permanente italiana dell'Onu di Vienna. Ma negli ambienti del Pdl pugliese circola anche un'altra ipotesi: a candidarsi ci penserebbe seriamente anche Raffaele Fitto, attuale ministro degli Affari Regionali e uno dei più accaniti sostenitori di un'intesa con l'Udc. Una candidatura che, ovviamente, avrebbe l'ok anche del partito di Casini. Nel Lazio il nome di Luisa Todini metterebbe d'accordo Pdl e Udc. Ma l'accordo passerebbe anche dalla promessa di qualche assessorato. Magari in Campidoglio, attraverso un mini-rimpasto, visto che il sindaco Alemanno si era già spinto a una mezza promessa con l'attuale segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti. Offerta poi però rimasta nel cassetto. Tra le altre possibili offerte nel «pacchetto» di Berlusconi ci potrebbe essere anche la candidatura di Alessandro Forlani nelle Marche e quella di Michele Vietti in Piemonte. Ma con un imperativo: chiudere in fretta.

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