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Stalking, 200 arresti in soli 4 mesi

Il ministro Carfagna

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Duecenti arresti in quattro mesi. Da quando è entrato in vigore il disegno di legge sullo stalking nel nostro Paese non è più trascorso un giorno senza che non vi fossero almeno dieci denunce. Regione per regione, città per città, il provvedimento firmato dai ministri Alfano e Carfagna - approvato lo scorso febbraio - ha provocato più o meno ovunque lo stesso effetto: numerose segnalazioni alla magistratura e, in molti casi, porte del carcere che si aprono. Si va dai 128 casi denunciati nel Lazio ai 242 della Lombardia, dai 58 dell'Abruzzo ai 159 della Toscana, per un totale di quasi duecento arresti: oltre il venti per cento dei colpevoli, tra l'altro, è donna. Il disegno di legge, fortemente voluto dal ministro per le Pari Opportunità e approvato a larga maggioranza dal Parlamento, ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di molestie insistenti o «atti persecutori». Tra le misure è previsto il carcere fino a quattro anni, aggravanti se il fatto è commesso contro una ex moglie o un minore, possibilità di vietare, alla persona ritenuta colpevole, di avvicinarsi ai luoghi dove vive o lavora la persona offesa. Nel provvedimento varato, si stabilisce che il reato consiste nel «porre in essere minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia o paura o un fondato timore per l'incolumità propria o di persona legata da relazione affettiva o a costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita». Molte delle prime denunce riguardavano proprio telefonate o sms sgraditi, pedinamenti e minacce. In un momento in cui l'argomento «molestie sessuali» è tornato all'ordine del giorno del dibattito politico dopo la polemica attorno alle vicende giudiziarie del direttore di «Avvenire», Dino Boffo, e alla vigilia del G8 contro la violenza sulle donne in programma la prossima settimana alla Farnesina, la fotografia scattata sui primi casi di reato di stalking in Italia evidenzia come si tratti di un fenomeno molto più diffuso di quanto si potesse immaginare. Secondo i dati provvisori, elaborati dalle forze dell'ordine e che arrivano fino al 30 giugno, la Regione con più casi di stalking è la Lombardia: 209 persone denunciate e 17 arresti compiuti. Seguono la Toscana con 158 denunce e 25 persone arrestate e, appunto, il Lazio, con 126 casi e 11 persone tradotte in carcere. «L'introduzione del reato di stalking mette l'Italia al passo con i Paesi più avanzati del mondo che avevano già legiferato in proposito», aveva detto il ministro Carfagna subito dopo l'approvazione del disegno di legge. «La tutela delle vittime delle molestie insistenti è necessaria soprattutto per prevenire reati ben più gravi, come la violenza sessuale o gli omicidi passionali». Ora aggiunge: «I numeri dimostrano che c'era assoluto bisogno di questa legge». Per l'Osservatorio nazionale stalking, infatti, le molestie in un caso su due sono a opera di ex mariti, ex conviventi, ex fidanzati, ma possono essere compiute anche da conoscenti, colleghi o estranei. Tornando alla mappatura, la Regione con meno stalkers risulta essere, al momento, la Valle d'Aosta: solo 3 casi fino a giugno, un solo arresto. Anche al Sud il quadro è più o meno lo stesso. Si passa dalle 88 denunce presentate in Calabria ai 148 casi della Sicilia. Nel G8 della prossima settimana, dedicato al fenomeno della violenza sulle donne, ci sarà un'intera sessione sul fenomeno dello stalking calato nella vita quotidiana. A presiedere il dibattito il ministro le Pari Opportunità spagnolo Bibiana Aìdo Almagro: 32 anni, tra gli esponenti di governo più giovani e che di recente ha prodotto un video musicale contro il fenomeno degli stupri.

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