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NelLazio il suo pressing è diventato fortissimo per cercare di convincere Luisa Todini a scendere in campo. L'imprenditrice, che ha avuto una parentesi in politica come eurodeputata di Forza Italia, ha chiesto tempo per decidere. Almeno fine mese prima di dare una risposta definitiva. Il problema principale sta nel fatto che Luisa, oltre che presidente del comitato Leonardo (che si occupa di premiare le eccellenze del made in Italy), non intende abbandonare l'azienda di famiglia, nella quale era rientrata con tanto di promessa al padre. Inoltre, la Todini, il cui core business sono le costruzioni, potrebbe ricevere un danno da una eventuale elezione della rampolla di famiglia alla guida della Regione Lazio. Ma il Cavaliere, anche in questi giorni di vacanza, parlando a telefono con i parlamentari che lo hanno chiamato, si è mostrato molto fiducioso di incassare una risposta positiva. In pratica si aspetta un sì e che arrivi a breve. Il premier pensa sia il candidato migliore, quello che ha maggiori possibilità di vincere e risponde alla caratteristiche del «candidato perfetto»: giovane, viso solare, funziona bene in tv, ha spirito imprenditoriale per mettere le mani in quella palude che è la Regione Lazio. Insomma, andrebbe nel solco degli ultimi candidati scelti da Berlusconi, come Gianni Chiodi in Abruzzo e Ugo Cappellacci in Sardegna. Candidati non meramente politici, poco più che quarantenni. Chiodi, al momento di candidarsi, era sindaco di Teramo va proveniva da un'esperienza professionale; Cappellacci era assessore a Cagliari ma aveva un avviato studio di commercialista. Contro Todini si muovono ambienti di An che invece preferirebbero un candidato politico e spingono per Andrea Augello, che alla Regione è già stato assessore al Bilancio con Storace, oppure per Fabio Rampelli, deputato Pdl. Ma non lavora contro il sindaco Gianni Alemanno, che tutto sommato non sarebbe dispiaciuto da un'eventuale coabitation con l'avvenente imprenditrice. Sembra tramontare l'ipotesi di Giorgia Meloni che vuole invece impegnarsi della costruzione del nuovo movimento giovanile del centrodestra. Se la rampolla della famiglia di costruttori dovesse dire di no, Berlusconi sta pensando a un candidato per certi versi simile e per altri assolutamente opposto: la leader dell'Ugl Renata Polverini. È sindacalista, contrariamente alla Todini che viene dall'impresa, ma è donna, giovane e che ha risposto forse anche meglio nelle arene televisive, in particolare Ballarò. Romana, donna di polso, avrebbe le caratteristiche per resistere alla battaglia della stagnazione, finora quasi sempre vincente alla Pisana. Si cambia anche in Campania dove il Cavaliere sta preparando una mossa ancora più ardita. quella di candidare il presidente degli industriali di Napoli, Gianni Lettieri. Un uomo che addirittura viene da sinistra e che vuole rompere gli schemi, vuole andare oltre l'attuale sistema. E un candidato nuovista è anche Peppe Scopelliti, attuale sindaco di Reggio Calabria, il primo cittadino più amato d'Italia. Quarantatre anni da compiere, un passato di militanza nelle organizzazioni giovanili di centrodestra, sarebbe l'ideale per far saltare l'attuale assetto di potere calabrese. Situazione più in alto mare invece in Puglia, dove è stato spedito anche Gaetano Quagliariello anche per assistere il partito sul territorio a trovare un'intesa su un nome nuovo. Ma qui si sta cercando, più che altrove, di trovare un candidato terzo che attragga anche l'Udc. La linea di partenza è di cercare un'intesa nazionale con i centristi, che invece vorrebbero alleanze regione per regione. Si vedrà ma Berlusconi ha fretta. Ha già detto chiaro e tondo che non vuole aspettare, a settembre già vuole partire con i candidati in pista. Il tempo a disposizione in effetti è poco, con ogni probabilità si vota a fine marzo. La campagna elettorale comincerà in autunno. Anzi, forse è già cominciata.

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