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Silvio l'africano: volo privato a Tunisi poi torna da Gheddafi

Ben Alì

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Silvio l'africano. Sarà l'Africa la prossima priorità per Berlusconi almeno per quanto riguarda la politica estera. Prima la Tunisia, poi la Libia. Il premier infatti volerà la settimana prossima, precisamente martedì, a Tunisi. E avrà un incontro a pranzo con il presidente Ben Alì. Questo è il programma ufficioso. Perché conferme ufficiali, almeno per parte italiana, è quasi impossibile trovarne. Tanto per avere un'idea, l'ambasciatore Antonio D'Andria non è stato ancora informato e si trova in ferie, dovrebbe rientrare a fine mese. Non ne sa ancora nulla neanche Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri con la delega proprio all'Africa del Nord e tunisina quasi d'adozione visto che i genitori più di trent'anni fa decisero di acquistare ad Hammamet una casa per le vacanze. Alla Farnesina cadono dalle nuvole. Si dovrebbe trattare di un incontro in forma privata, non sono stati nemmeno allertati gli uffici di Palazzo Chigi. Erano vari mesi che Berlusconi e Ben Alì si invitavano a vicenda. In particolare era stato il Cavaliere a chiedere al presidente tunisino di andare in Sardegna a trascorrere qualche giorno magari con la famiglia al seguito. Ma le foto scattate dai paparazzi l'estate scorsa e che hanno ritratto persino l'allora premier ceco Mirek Topolanek praticamente nudo sconsigliano di utilizzare Villa Certosa per occasioni di questo genere. Il premier italiano e il presidente tunisino parleranno essenzialmente di energia. Sono diverse le partite aperte. Anzitutto la rete di interconnessione elettrica, visto che l'anno scorso è stato firmato un accordo tra il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola il collega tunisino Afif Chelbi: se ne occuperanno Terna e Steg, l'azienda nazionale tunisina. Il progetto prevede anche la costruzione di una centrale elettrica ad El Haouharia all'estremità del promontorio di Cap Bon, il punto della Tunisia più vicino alle coste siciliane, 70 chilometri.   Avrà una potenza di 1200 megawatt, 800 destinati alla rete italiana, 400 per il fabbisogno tunisino. Dopo la Tunisia toccherà alla Libia. A fine mese invece volerà di nuovo in Libia. A Tripoli infatti si stanno preparando i festeggiamenti per i quaranta anni della proclamazione della repubblica, si terranno il primo settembre. Ma Berlusconi sarà di nuovo dall'altra sponda del Mediterraneo già domenica 30 e porterà con sè anche le Frecce Tricolori che si esibiranno nei cieli tripolini. Nelle intenzioni dovrebbe essere anche una festa di riappacificazione tra i due Paesi. Gheddafi infatti da mesi sta girando i vertici internazionali portando il Cavaliere come un esempio. L'ultima volta è accaduto al vertice di Sharm el Sheikh a luglio. In quell'occasione il Colonnello ha definito il capo del governo italiano «un uomo coraggioso» esortando anche gli altri leader di Paesi in passato colonizzatori di riconoscere gli errori della storia.   Quello di Berlusconi comunque è un percorso di politica estera segnato. Appena dieci giorni fa è volato in un altro Paese del mare nostrum, Turchia, per assistere all'inaugurazione del gasdotto South Stream, tanto caro a Putin e tanto detestato da Obama. Silvio ha scelto la sua strada: vuole contare di più nel Mediterraneo e si sta sempre più caratterizzando come leader di quei Paesi che un tempo si sarebbero chiamati Non Allineati.

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