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E in spiaggia i genitori discutono

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Sullespiagge della Capitale la scuola prende il sopravvento sulle vacanze e genitori commentano la sentenza del Tar del Lazio che nega agli insegnanti di religione di partecipare agli scrutini. I pareri dividono i bagnanti che si concedono l'occasione per riaffermare idee e valori personali. Da una parte chi critica la decisione e pretende il rispetto del lavoro di insegnanti e studenti, dall'altra chi vuole una scuola laica e teme discriminazioni tra gli alunni. Il primo gruppo, più numeroso, valuta l'ora di religione come ogni altra materia e reputa fondamentali anche i crediti ad essa legati. Dietro quei 60 minuti, dicono i genitori, c'è il lavoro di professionisti e del 93% degli studenti che sceglie di frequentare le lezioni che vertono soprattutto sulla storia di tutte le religioni. Il fronte opposto si preoccupa che i figli possano essere penalizzati proprio per la mancata partecipazione e ne possano subire le conseguenze agli esami, perché "sconosciuti" al prof di religione che nell'immaginario collettivo resta l'insegnante della buona parola.

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