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Via d'Amelio, in campo il Copasir

La strage di via d'Amelio

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Il Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, si occuperà dei risvolti che emergono dall'inchiesta sulla strage del 1992 in cui rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. La conferma arriva dal presidente del Comitato, Francesco Rutelli. L'iniziativa è stata concordata con il presidente della Commisisone Anti mafia Giuseppe Pisanu e il procuratore di Caltanissetta Lari che si occupa delle indagini. «Abbiamo concordato che, una volta completata l'analisi della documentazione che il procuratore ha presso i suoi uffici, e ci vorranno diverse settimane - ha spiegato Rutelli - tutte le eventuali informazioni riguardanti nel passato funzionari dei servizi segreti saranno oggetto di un'audizione e un'informativa al Comitato». Rutelli, nel presentare la relazione annuale, ha rinnovato l'invito al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a partecipare ad una riunione del Copasir per indicare le linee in cui si deve muovere il lavoro dell'intellingence. Il presidente del Copasir ha sottolineato come l'interesse delle mafie per gli asset economici, in una fase di crisi per l'economia, «rappresenta una seria minaccia per la sicurezza del paese». «È evidente a tutti e ce n'è ampia traccia nel lavoro delle forze di polizia e della magistratura, fortemente coadiuvate dall'intelligence - ha spiegato Rutelli - la minaccia di una acquisizione, da parte delle organizzazioni criminali, di asset economici e produttivi». In questi dodici mesi il Copasir si è riunito in 48 occasioni e sono state sentite 29 persone. Dalle intercettazioni alla tratta degli esseri umani, dalla pirateria marittima nel Golfo di Aden ai viaggi dei turisti italiani nelle aree a rischio, fino al caso Telecom-Pirelli. Un anno di intenso lavoro. Il Comitato ha svolto tre audizioni specifiche sul tema della pirateria, fenomeno che genera «persistente preoccupazione» perché, ha spiegato il presidente del Copasir Francesco Rutelli, «la risposta della comunità internazionale non appare adeguata». Sul fronte delle intercettazioni il Comitato, «avendo appreso da notizie di stampa della presunta acquisizione di materiali classificati di pertinenza del personale dei servizi e della possibile formazione di archivi concernenti anche appartenenti ai servizi nell'ambito delle inchieste condotte dalla procura della Repubblica di Catanzaro», ha chiesto alla magistratura «copia di tutti gli atti e i documenti che riguardino profili di specifica competenza del Comitato stesso».

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