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In Italia si evadono imposte per 200 miliardi di euro

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Maquanti soldi evadono gli italiani al Fisco? Secondo gli ultimi dati disponibili risalenti al 2004 l'ammanco totale nelle casse dello Stato si può quantificare in 200 miliardi di euro. In altre parole ben il 24,2 per cento del reddito prodotto non è stato dichiarato. Se a questo poi si aggiunge il deficit di 230 miliardi di euro derivante dall'economia sommersa, pari al 16,1 per cento del Pil 2006, allora si capisce quanto sia necessario trovare un approccio nuovo per affrontare il tema della lotta all'evasione. Questo è ciò che riporta il documento approvato dalla commissione parlamentare di Vigilanza sull'anagrafe tributaria presieduta dal deputato del Pdl, Maurizio Leo, che commenta: «L'impegno per combattere l'evasione fiscale appare prioritario in una fase congiunturale difficile, quale quella attuale, nella quale attraverso il recupero delle imposte evase, si potrebbero finanziare misure anti-cicliche volte a favorire la ripresa economica». Anche perché, continua Leo, «eliminare il fenomeno dell'evasione è necessario al fine di distinguere i contribuenti meritevoli di un aiuto da parte dello Stato da quelli che non lo sono». La strada intrapresa nell'ultimo anno, sottolinea il deputato, «appare certamente corretta ma gli interventi ulteriori da mettere in campo sono molteplici». E così, se le dichiarazioni dei redditi del 2007 hanno evidenziato che l'80 per cento dei contribuenti dichiara non oltre 26 mila euro, il 50 per cento arriva a 15 mila euro e la maggior parte degli italiani dichiarano tra 15 mila e 20 mila euro, allora «è evidente - commenta Leo - chi che paga le imposte in misura piena sconta un gap competitivo rispetto a chi non le paga». Da qui la proposta di una serie di interventi da suggerire al legislatore per combattere l'evasione: primo tra tutti il «borsellino elettronico», che consiste in una carta attraverso cui lo Stato corrisponda alcuni redditi, che i beneficiari potrebbero poi utilizzare come uno strumento di pagamento tracciabile. «Allo scopo - sostiene Leo - potrebbe essere utile ampliare e generalizzare l'infrastruttura telematica già oggi realizzata per l'uso della social card». L'indagine, condotta con l'aiuto delle agenzie delle Entrate, del Territorio, delle Dogane, della Guardia di Finanza, dell'Anci e della Sogei S.p.A. (società di Information and Communication Technology del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ndr) arriva inoltre alla conclusione che si dovrebbe arrivare al superamento, in alcuni casi, del criterio della autodeterminazione dei tributi a favore di un concordato preventivo. Proposta alla quale ne seguono altre due: la prima prevede l'incentivazione dei contribuenti a dichiarare i maggiori redditi, attraverso la misura della detassazione del reddito incrementale, la seconda propone l'attuazione di un controllo puntuale dei contribuenti attraverso il «redditometro di massa». Una mano nella lotta all'evasione arriva anche dall'Agenzia del territorio: «Le banche dati catastali recano una serie significativa di informazioni sui fabbricati ed i terreni che incidono ai fini della determinazione dei redditi agli stessi connessi - ha detto il direttore Gabriella Alemanno. Il gettito fiscale collegato all'imposizione immobiliare nel 2008 è risultato complessivamente pari a 39,8 miliardi di euro». «Le strategie di integrazione e incrocio mirato delle banche dati, - commenta il presidente di Sogei, Sandro Trevisanato - sono i dispositivi per evidenziare le aree di elusione e potenziale evasione».

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