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Casini ci prova: «Con i Democratici solo se si fa una Grande coalizione»

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Illeader dell'Udc, per la prima volta, non esclude una collaborazione con il Pd per il governo, seppur in «condizioni eccezionali» e per un periodo limitato. L'esternazione, affidata alle pagine della Stampa, suscita allarme nel Pdl, in vista delle regionali del 2010, dove l'Udc può essere determinante in alcune zone d'Italia; ed è vista con interesse nel Pd. Casini ribadisce comunque la validità del suo progetto della Costituente di Centro ed esclude una coalizione con il centrosinistra. «Non è possibile», spiega, perché «non sono Prodi. Ho un'altra storia. Non esprimo il cattolicesimo dossettiano» e poi perché «non c'è la mia volontà». Fin qui nulla di nuovo. Poi la subordinata, e cioè una collaborazione in una situazione «d'emergenza». «Se il futuro ci ponesse davanti a condizioni impreviste, eccezionali - dice Casini - e si pensasse, come in Germania, di mettere in piedi una Grande Coalizione per fare cose limitate nel tempo, per affrontare l'emergenza e per tornare poi a essere alternativi una volta recuperata la normalità, beh, il discorso cambia...». Parole prese non molto bene dal Pdl. «Il progetto di Casini di realizzare un Grande Centro - commenta Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera - è impossibile con le attuali leggi elettorali. L'alleanza naturale per l'Udc è con il Pdl e la strada è percorribile se Casini rinuncia alla politica del doppio forno». Soddisfatto, invece, Pierluigi Castagnetti che sottolinea come il leader Udc «mostri di non avere pregiudiziali verso una collaborazione con il Pd» seppure a tempo e in condizioni «eccezionali». È un primo passo.

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