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Silvio detta l'agenda Sicurezza alimentare, Africa e clima

Silvio Berlusconi visita il cantiere di Cese di Preturo

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Nei programmi ufficiali si chiamano semplicemente rappresentanti personali, ma l'Economist, qualche anno fa, ha trovato per loro l'appellattivo perfetto e ormai entrato nella storia. Sono gli "sherpa", proprio come le famose guide dell'Himalaya che accompagnano gli scalatori in cima all'Everest e il K2. Sono loro che preparano la strada verso tutti i vertici dei Grandi. Le dichiarazioni e gli accordi che vengono annunciati ai summit del G8, infatti, sono frutto di lunghi negoziati condotti proprio dagli "sherpa". Nei 12 mesi che passano da un summit all'altro comunicano tra loro, attraverso regolari contatti, le posizioni e le proposte dei rispettivi capi di Stato o di governo - con cui hanno un dialogo diretto e costante - sulle principali questioni internazionali. Per poi preparare il Documento finale, base di lavoro vera e propria del vertice dei Grandi. Anche quello che si apre domani all'Aquila partirà da qui, da un testo di lavoro preparato ad hoc nei mesi passati. Tanti i temi inseriti, alcuni anche prioritari. «Il G8 dell'Aquila sarà il vertice delle regole per l'economia globale, della condivisione delle responsabilità e dell'inclusività, in cui nessuno sarà lasciato indietro», spiegava qualche settimana fa Giampiero Massolo, sherpa dell'Italia per il G8. Quello dell'Aquila sarà tra l'altro il terzo summit da presidente del G8 per Berlusconi. E l'esperienza potrebbe essergli molto utile in quello che sarà il suo vertice del record - perchè nessun altro leader degli Otto può vantare di aver ospitato i Grandi del pianeta per ben tre volte in 15 anni - ma anche il più delicato. Sin dall'inizio questo summit è stato presentato dal presidente del Consiglio come «il vertice della sobrietà e della solidarietà». La scelta di spostarlo dalla Maddalena all'Aquila ha avuto proprio questa premessa. Con l'obiettivo finale del premier di portare l'attenzione del mondo sulle zone colpite dal terremoto. Berlusconi spingerà quindi sul tasto dell'attivismo. Mostrerà ai leader mondiali ciò che il governo è riuscito a fare dal 6 aprile ad oggi: il programma di ricostruzione, le tendopoli, i progetti per la salvaguardia delle opere d'arte. Ecco perché, come ha annunciato lui stesso, passeggerà accanto a Barack Obama fra le rovine dell'Aquila e porterà Angela Merkel nella martoriata Onna, il paese più colpito dal sisma. Poi ci sono le carte, i documenti del vertice rivisti dal Cavaliere più volte negli ultimi giorni. Ci sono temi centrali quali la crisi economica e il tanto auspicato rafforzamento dell'impegno verso i Paesi in via di sviluppo. Ma anche l'ambiente e la sanità, due punti molto a cuore alla presidenza italiana. Detto questo, sul tavolo del G8 a geometria variabile che si apre domani in Abruzzo i dossier sono molti e di difficile composizione. Con un arco di crisi che va dal Mediterraneo alle montagne dell'Asia centrale e si estende fino al Mar del Giappone, dove Tokyo guarda con preoccupazione ai lanci missilistici di Pyongyang, la presidenza italiana dovrà tentare di correggere derive economico-finanziarie, drammi sociali, conflitti, tenendo conto delle differenti sensibilità all'interno dei diversi formati in cui si articola il vertice dei Grandi. Sulla parte economica sarà il formato standard, quello degli Otto potenti del pianeta, a dire la sua su argini e rimedi alla crisi, in primo luogo per arrivare - certo non all'Aquila, più probabilmente a Pittsburgh - a un codice di regole condivise che dia stabilità al mondo globale dell'economia e della finanza. Un ruolo chiave, in questo processo, è giocato dal rilancio dei negoziati di Doha sul commercio internazionale auspicato proprio ieri dal premier. C'è poi, un'altra questione, non meno importante, sulla quale ieri è arrivato il commento ufficiale del presidente del Consiglio. Una domanda di spiritualità dei maggiori leader religiosi da non lasciare inevasa e che arriva direttamente dalla Cei. Il premier ha espresso apprezzamento per il contenuto dell'appello e gratitudine per il loro impegno «a pregare per i leader delle nazioni riunite a L'Aquila mentre esercitano le loro pesanti responsabilità per fronteggiare le sfide che la famiglia umana affronta oggi». Berlusconi si è anche impegnato a trasmettere personalmente l'appello dei leader religiosi ai capi di Stato e di governo riuniti a L'Aquila e a sostenerne i contenuti che sono in piena sintonia con la lettera che Benedetto XVI ha trasmesso domenica alla presidenza italiana del G8.  

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