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«È ora che Tremonti faccia chiarezza»

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Procacci,quale scenario si prospetta per il cinema italiano? «Per molto tempo noi produttori siamo stati considerato degli sperperatori di denaro pubblico. E questa è una grande bufala, perché tutti noi rischiamo in denaro ed energie. Il ministro Bondi davanti al presidente della Repubblica, durante i David di Donatello, ha promesso che non ci sarebbero stati tagli, ma poi con quello che è successo venerdì è andato esattamente al contrario. Avrei tanta voglia di andare a lavorare all'estero» Almeno è rimasta in piedi la copertura per la tax-credit? «Soltanto a livello teorico. Tax credit e tax shelter, sgravi fiscali per il cinema, hanno delle forti limitazioni. Ma soprattutto sono inutili in un sistema produttivo che è praticamente fermo. È un volano che così non funziona. Molti film che già attendevano da gennaio il finanziamento pubblico, saranno uleriormente bloccati. È un disastro per tutti, soprattutto per un cinema italiano che è molto apprezzato all'estero». Non crede che esista anche una cattiva ripartizione del denaro pubblico dedicato proprio alle attività cinematografiche? «Rispetto al passato c'è stato sicuramente un miglioramento degli investimenti pubblici nel mondo del cinema. Tuttavia. molte cose devono essere riviste e meglio organizzate. Il risparmio deve avvenire su tutto, vista la crisi, ma sempre con molto rispetto». Esiste una soluzione a questo empasse? «Chiediamo intanto maggiore chiarezza al ministro Tremonti. Se non vuole più aiutare il cinema italiano che almeno dia delle regole nel mercato, che è un autentico Far West. Almeno combattendo la pirateria e adottando la tassa di scopo. Ma noi ancora speriamo nel reintegro del Fus». Din. Dis.

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