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"Perchè Franceschini? È simpatico" Bufera su Debora Serracchiani

Deborah Serracchiani

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L'attacco a Pierluigi Bersani, uomo di "apparato", la polemica con Massimo D'Alema che è l'opposto del "progetto del Pd" e la preferenza a Dario Franceschini perché "simpatico" non potevano passare inosservati.    Lo scontro con i "dalemiani" - L'intervista a Debora Serracchiani apparsa oggi su Repubblica scatena la prima vera polemica pre-congressuale tra i sostenitori del segretario in carica e quelli dell'ex ministro. L'outsider del Pd, diventata famosa per un intervento "di pancia" pronunciato durante una riunione dei circoli democratici lo scorso marzo, si schiera con Franceschini, polemizza con l'ex ministro degli Esteri e divide in due il partito, secondo lo schema vecchio-nuovo già usato dal segretario la scorsa settimana. Parole che immediatamente provocano la reazione del fronte opposto: "Serve un confronto serio - chiede Vasco Errani, schierato con Bersani - Chi conosce Bersani sa che certe rappresentazioni non sono vere: se pensiamo all'apparato nell'accezione contenuta nell'intervista odierna della Serracchiani allora dico che Bersani è una cosa del tutto diversa". "Franceschini? Simpatico" - La Serracchiani viene criticata anche per aver spiegato di preferire Franceschini perché "più simpatico". Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma ha ironizzato: "Anche Totò e Tina Pica erano simpatici, sarebbero stati un ticket straordinario". E Barbara Pollastrini aggiunge: "Potrei rispondere che preferisco Bersani perchè sa cantare... Ma per favore, non scherziamo! Cerchiamo di rispettarci di più e di saperci ascoltare". Critico anche Roberto Giachetti: "Leggere che qualcuno si arroga il diritto di stabilire chi è del Partito democratico e chi no fa pensare. Ancor più se ad usare metodi molto, ma molto vecchi, sono persone che dovrebbero rappresentare il nuovo".   La replica - Un fuoco di fila al quale la Serracchiani replica indirettamente con un post pubblicato sulla sua pagina di Facebook. Le critiche a Bersani, su internet, non ci sono, ma l'eurodeputata non risparmia un giudizio negativo sul primo anno di vita del partito: "Mentre il Paese attraversava una delle crisi più difficili con un governo impegnato in una politica fatta di spot senza nessuna efficacia reale, il Pd era spesso occupato a dirimere i propri conflitti tra chi aveva come unico obiettivo il logoramento del leader di turno. Ed io so, da elettrice come voi, quanto questo ci abbia dato fastidio e ci abbia a tratti allontanati dalla politica e dal nostro partito". Non solo simpatico - Il sostegno a Franceschini, poi, viene argomentato in maniera più articolata: "Io ero tra i "darioscettici", ma posso dire, oggi, che noi un segretario ce l'abbiamo, ed è lui. Ha accettato di prendere in mano il partito in un momento difficilissimo e ci ha messo la faccia, dimostrando di saper fare bene il segretario e voglio che continui questo lavoro". Precisa la Serracchiani: "Ho scelto Dario Franceschini, non certo per la simpatia, ma perché vuole assumersi la responsabilità di creare una squadra, di crescere una classe dirigente che diventi la classe di governo di un partito non più votato alla sola resistenza".    

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