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La Polonia non cede su Mauro

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Tuttala questione quindi sarà dirottata al 7 luglio quando i componenti del Ppe, che rappresentano la compagine più numerosa all'interno dell'assemblea di strasburgo, saranno chiamati ad esprimere la loro preferenza per il futuro presidente del Parlamento. La riunione di ieri alla quale hanno partecipato sia il premier polacco, Donald Tusk, che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, era finalizzata a chiudere un accordo tra i due paesi interessati a quell'incarico ma nel corso delle trattative sia Berlusconi, sia Tusk, sembrano essere rimasti fermi sulle proprie posizioni di partenza. Al candidato targato Pdl, Mario Mauro, il leader polacco ha opposto il nome dell'ex premier, Jerzy Buzek. Da qui la scelta obbligata di rimandare l'individuazione del candidato ppe alla presidenza del parlamento europeo al voto che il gruppo parlamentare esprimerà il prossimo 7 luglio. «Ho l'impressione che la nostra determinazione sia più grande di quella italiana» ha detto il premier polacco riferendo alla stampa l'atteggiamento di Berlusconi che avrebbe presentato una rosa di nomi, tra cui l'attuale ministro degli Esteri, Franco Frattini. E se non si dovesse raggiungere un'accordo tra le parti, sembra che la battaglia si debba concludere con la conta dei voti. In quel caso vincerà chi avrà alleanze più forti per assicurarsi il consenso degli europarlamentari del Ppe degli altri Paesi europei da aggiungere ai 35 provenienti dall'Italia e ai 28 della Polonia. Nessun dubbio tra i popolari invece per il presidente della Commissione europea. Il presidente del Ppe Wilfred Martens, ha dichiarato «che l'appoggio va alla candidatura del presidente uscente José Manuel Durao Barroso». E infatti, secondo fonti europee, Barroso, 53 anni, avrebbe già ottenuto il sostegno dei 27 leader al suo mandato bis.

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