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Gli 8 ragazzi stanno meglio, ma i genitori rischiano il virus

Studenti davanti l'ingresso del Convitto Nazionale (Foto Gmt)

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{{IMG_SX}}Li hanno abbracciati e riempiti di baci, già in aeroporto E ora mamme e papà, ma anche fratelli e sorelle, i familiari degli otto ragazzi dei due licei romani, chiusi dall'altro ieri, che si sono beccati la nuova influenza, durante un viaggio studio a New York, potrebbero essere stati contagiati dal virus. Il rischio c'è e sembra una maledizione, proprio adesso che gli studenti sono «in via di guarigione» e che «alcuni ragazzi sono ritornati a casa» dopo il ricovero in ospedale, ha comunicato ieri la Asl RmE, che però, insieme alla buona notizia, ne ha data anche una cattiva: la possibilità che «qualche familiare degli ammalati possa aver contratto l'influenza» nonostante la situazione sia «sotto controllo» ha sottolineato il dirigente del Servizio Igiene di Sanità Pubblica della Asl RmE, Enrico Di Rosa. Il conto alla rovescia è già iniziato. Anche tra i compagni di classe degli ammalati. «Giovedì, venerdì, sabato, se non ti viene entro tre giorni ne sei fuori - conta i giorni Daniele, 17 anni, studente del IV B del liceo scientifico del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, che insieme al liceo classico Dante Alighieri, entrambi in zona Prati, riaprirà i battenti giovedì. Nella sua classe si sono ammalate le due studentesse, amiche del cuore, che hanno condiviso la stessa stanza per 7 notti in America, ricoverate una al Gemelli l'altra allo Spallanzani. «Si erano sentite strane già a New York e quando sono tornate a Roma i genitori si sono allarmati e non sono mai tornate a scuola prima del ricovero» racconta Daniele. No problem dunque. Anche se, pare che qualcuno del gruppo dei 50 studenti volati in America per il progetto Onu sia tornato in classe il mercoledì successivo al giorno del rientro, sebbene per un solo giorno. Ieri mattina, che sveglia. «Alcuni dei nostri compagni hanno ricevuto la telefonata della Asl, che li invitava a sottoporsi alla terapia antivirale» racconta ancora Daniele. «Hanno detto che era possibile che ci fossimo infettati e che per precauzione dovevamo restare chiusi in casa. Alcuni di noi si sono preoccupati e solo successivamente la Asl ha richiamato per scusarsi che si erano sbagliati visto che non sussisteva nessuna esigenza precauzionale dal momento che le nostre due compagne di classe non erano ritornate a scuola dal rientro dall'America». Ma ormai il putiferio s'era già innescato e - accidenti - proprio nel giorno in cui a casa di Daniele, una bella villa a Sacrofano, periferia di lusso a nordest di Roma, si stava preparando la festa di compleanno per i 15 anni della sorella Claudia, anche lei studentessa del Convitto, allieva del II B dello Scientifico. La notizia è piombata come un ciclone. È iniziato subito un giro di chiamate per disdire la partecipazione degli invitati, tutti studenti del Convitto. «Ma che si fa ancora la festa? perché mi hanno detto di rimanere a casa...» ha iniziato a bollire il telefono di Daniele. Prima sì poi no. Nemmeno la seconda telefonata della Asl è riuscita a riportare la calma. Ormai le famiglie erano state messe in allarme. «Pensi che alcuni dei nostri genitori non vogliono più mandare i figli da nessuna parte» continua Daniele. Ma la festa si farà lo stesso. «Anche se del centinaio di invitati, ragazzi dei tre licei del Convitto, forse ne verranno ormai meno della metà» ipotizzava ieri pomeriggio Daniele. Di sicuro alla festa avrebbe presenziato volentieri «se non mi trovassi fuori città» ha detto il coordinatore prof. Mauro Colombi, che ieri mattina, dopo la prima notte con il convitto chiuso è tornato nel suo ufficio al secondo piano del grande palazzo di mirabile architettura mussoliniana a piazza Monte Grappa in zona Prati, per tenersi in contatto con la Asl. «I nostri ragazzi stanno guarendo - ha confermato il braccio destro del rettore Emilio Fatovic - l'evoluzione è in fase positiva e posso confermare che tutte le nostre insegnanti stanno bene, non ci risulta che alcuna delle nostre accompagnatrici abbia contratto il virus». Colombi sta preparando un'altra festa: quella per i 18 anni, un evento annuale che si tiene nel Convitto ad ogni fine anno scolastico per i giovani che diventano maggiorenni. «L'appuntamento è sabato sera prossimo nel cortile» conferma il coordinatore, il prof. Colombi, due giorni dopo la riapertura della scuola. Mentre i ragazzi temono che il virus possa in qualche modo mettere a repentaglio i triangolari di calcio e volley e la giornata della musica che organizza la scuola nel mese di giugno.

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