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Fini e l'Italia del futuro: i gay ricevuti alla Camera

Gianfranco Fini

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È un'Italia dove è giusto che anche i gay possano avere diritti paritarie alle coppie etero. Forse non tutti, ma alcuni fondamentali sì. E lo stesso vale anche per le coppie di fatto, che secondo Fini non vanno più negate, non si può nascondere la loro esistenza. Anche a questo fenomeno ormai evidente, compenetrato alla nostra società, bisogna dare una risposta. È proprio in questo quadro che il presidente della Camera ha ricevuto ieri le asociaciazioni gay. Quelle di sinistra e quelle di destra. Per le associazioni a tutela dei diritti degli omosessuali è un bel punto messo a segno: non era mai accaduto che un presidente della Camera le chiamasse a Montecitorio. A Fini le associazioni - Arcigay, Agedo (genitori di figli omosessuali), Famiglie arcobaleno (genitori omosessuali) e Gaylib, vicina al centrodestra - hanno chiesto un impegno per favorire il dibattito sulla legge contro l'omofobia, relatrice la deputata del Pd Anna Paola Concia, che è ferma in Commissione giustizia. E il presidente, secondo fonti della Camera, ha detto ai rappresentanti delle associazioni che «nel momento in cui si discute della dignità della persona umana, bisogna combattere tutte le tendenze al pregiudizio, alla discriminazione e alla violenza». Secondo quanto riferito dal presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso, Fini «si è dimostrato attento ad ascoltare le associazioni e i loro bisogni e ha condiviso l'esigenza di trovare una soluzione a questa istanza». Felici i gay di centrodestra: «L'attenzione dimostrata dal presidente al tema dell'omofobia e della discriminazione delle persone omoaffettive - ha detto il presidente di Gaylib Enrico Oliari - deve rappresentare un esempio per l'intera società italiana e per tutta la classe politica. Le aggressioni fisiche e verbali e il mobbing sul lavoro rivolto ai gay e alle lesbiche è ormai vera emergenza in un Paese che, da questo punto di vista, fatica ad essere moderno ed europeo». Le associazioni hanno consegnato a Fini un report con le cifre della violenza omofobica: 15 omicidi, 71 tra violenze e aggressioni, 12 estorsioni, 7 atti di bullismo e 9 atti vandalici registrati negli ultimi 17 mesi. Dati che non hanno valore statistico, in quanto ricavati dalle notizie di stampa - difficile raccogliere cifre, sia per la mancanza di un reato specifico sia per l'autocensura - ma che segnalano un fenomeno in crescita. Non tutte le organizzazioni rappresentative delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans) italiane sono però soddisfatte. L'Associazione Trans Genere, esclusa dall'incontro, sottolinea come «per l'ennesima volta il movimento trans italiano non è stato invitato a un appuntamento istituzionale» e affermano di non capirne il motivo. «A pochi giorni dalla giornata internazionale contro l'omo-transfobia, dai gravissimi atti contro le persone trans, dal suicidio di una nostra cara compagna per lo stigma sociale che subiva - affermano - non possiamo che indignarci per la mancata volontà di essere un reale movimento, unito e solidale». Arcilesbica invece, pur invitata, ha scelto di non partecipare: «Preferiamo declinare l'invito - ha spiegato la presidente nazionale Francesca Polo - perché, pur nel rispetto delle cariche istituzionali, non possiamo dimenticare di essere in campagna elettorale e che il presidente della Camera è dirigente di un partito che rifiuta ogni apertura ai diritti di lesbiche, gay e trans».

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