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Inutile dividersi sulla liberazione

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Lavera anomalia in tal caso consiste nel fatto che Franceschini ha parlato, secondo un vecchio vizio, come se il 25 aprile fosse roba sua. Se davvero Berlusconi, Franceschini e gli altri che hanno responsabilità nazionali, poco importa se di destra o di sinistra, si troveranno insieme alla celebrazione, significherà che finalmente si è fatto un passo avanti nel maturare quello spirito nazionale che tanto ci difetta. Incombono però due incognite speculari che riporterebbero in auge l'Italietta faziosa, prigioniera di un passato che non vuole passare. La prima riguarda i militanti di una qualche sinistra e i loro rappresentanti: se dovessero contestare la partecipazione del centro-destra, si dovrebbe prendere atto che vi è una fazione nel Paese incapace di superare le turbe e i rancori adolescenziali. La seconda riguarda la parte opposta di destra che, se continuasse a parlare di pacificazioni e di equiparazioni dei nemici della guerra civile, dimostrerebbe che dietro la svolta storica di Alleanza Nazionale, e in particolare del presidente Fini, v'è ancora una zona d'ombra nostalgica che vive obnubilata da antiche nebbie. Massimo Teodori

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