Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il solito Santoro

Michele Santoro

  • a
  • a
  • a

Bella ciao, per ora, può aspettare. Niente canti della resistenza. Stavolta, per combattere il «tiranno» Silvio Berlusconi, Michele Santoro usa l'ironia. In fondo, anche se in molti si stracciano le vesti e denunciano l'attacco alla libertà di informazione, non siamo ancora all'«editto bulgaro». E soprattutto la puntata di Annozero andata in onda giovedì scorso, a pochi giorni dal terremoto che ha travolto L'Aquila, non ha indignato solo il Cavaliere. Le critiche a Guido Bertolaso e alla Protezione Civile, le vignette di Vauro sulle vittime dei crolli, non sono piaciute a molti. Forse per questo Santoro fa una parziale marcia indietro e precisa: «Voglio ringraziare Bertolaso. Noi non abbiamo mai messo in dubbio la velocità dei soccorsi. Voglio citare le cifre della Protezione civile prima che lo facciano altri». Un ritornello che, durante la puntata, verrà ripetuto quasi ossessivamente. Il conduttore snocciola i numeri poi ribadisce: «Noi abbiamo voluto porre l'accento sul problema della prevenzione». Insomma, se una settimana fa Santoro aveva cercato in tutti i modi di mostrare il lato oscuro del terremoto abruzzese, stavolta mette subito le mani avanti. E cambia obiettivo. «Comunque la pensiate ben trovati - esordisce con un sorriso beffardo non appena la telecamera lo inquadra -. Anzitutto voglio ringraziare i colleghi che hanno espresso la loro solidarietà, in particolare quelli del comitato di redazione del Tg2, e il nostro sindacato». Quindi si rivolge ai «poveri» lettori de Il Giornale: «Berlusconi ci divide, ma io vi adoro. Anche se faccio grandissimi sforzi per capirvi. Il vostro giornale ha fatto una battaglia per la libertà di satira chiedendo che venissero pubblicate le vignette su Maometto. State facendo un errore, lo stesso che fa Aldo Grasso che parla di televisione esattamente come Bruno Vespa parla di cavalli». «Ascoltate Fede - insiste - che dice che affinché Berlusconi vinca c'è bisogno di Santoro. Noi siamo un Tg4 fatto bene. Vauro la prossima settimana torna di sicuro. Così Berlusconi vince e siamo tutti più contenti». A questo punto entra in scena Marco Travaglio che elenca minuziosamente i titoli che Il Giornale fece quando il governo Prodi si trovò ad affrontare il terremoto in Umbria. Anche qui l'ironia la fa da padrona. Il giornalista cita Gianfranco Fini che ha descritto l'ultima puntata di Annozero come «indecente e stonata», quindi fa qualche esempio «di giornalismo decente e intonato» per concludere con il più scontato degli accostamenti: quello tra Silvio Berlusconi e Benito Mussolini. Tutte cose già viste. Come già vista è l'intervista al direttore della scuola Normale di Pisa Salvatore Settis che attacca duramente il piano casa del governo e il battibecco tra Niccolò Ghedini e Antonio Di Pietro ospiti in studio. Sarà forse per non scadere nella banalità che Santoro si concede il lusso di sfidare il direttore generale della Rai Mauro Masi. Lo stesso che ha sospeso il vignettista Vauro e che ha chiesto al conduttore di riequilibrare l'informazione sul terremoto. Il primo colpo arriva con l'intervista all'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari che ammette di non aver «troppa simpatia» per il buon Michele e racconta di non aver gradito il disegno in cui Berlusconi veniva descritto come un novello Nerone che canta sulle macerie dell'Aquila. «Caro direttore generale - urla euforico Santoro -, abbiamo uno scoop. La vignetta incriminata non è quella della cubatura dei cimiteri ma un'altra. Quindi non c'è il corpo del reato». A questo punto il clima è maturo per l'affondo. Il conduttore presenta la sua «amica» Francesca Fornario che, annuncia, sarà la vignettista della serata. La diretta interessata prima improvvisa una finta telefonata in diretta ironizzando sul fatto che Masi abbia deciso di censurare tutte le «battute che non capisce» quindi presenta le sue vignette riparatrici che, però, sono state disegnate da Vauro. Il messaggio è chiaro: voi potete impedirgli di essere in studio, ma noi non rinunciamo alla sua collaborazione. Anche stavolta, però i disegni del toscanaccio scatenano la polemica. La sua «Via Crucis del precario» non piace all'Udc Luca Volontè che immediatamente interviene per criticarlo. Un po' di pepe in una serata in cui anche Sabina Guzzanti, che alla fine inscena un finto processo a Vauro, appare sottotono.

Dai blog