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Turchia, lite Obama-Ue

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L'idilio sembra svanire, Obama e l'Europa così in sintonia in questi giorni sembrano tornati ai ferri corti. Il presidente degli Stati Uniti infatti ha agitato i leaders europei con la sua dichiarazione a favore dell'ingresso della Turchia in Europa. Obama l'ha presa larga. «Gli Stati Uniti e l'Europa devono considerare i musulmani come amici, vicini e partner per combattere l'ingiustizia, l'intolleranza e la violenza. E forgiare una relazione fondata sul rispetto reciproco e sugli interessi comuni», ha esordito il presidente Obama. «Andare verso un ingresso della Turchia nell'Ue costituirebbe un segnale importante del vostro impegno verso questa direzione e assicurerebbe che noi continuiamo ad ancorare la Turchia all'Europa», ha aggiunto. Ma le sue parole hanno trovato la netta opposizione di Francia e Germania. Sarkozy ha detto che spetta ai Paesi membri dell'Unione decidere. «Mi sono opposto a questa idea e resto contrario. E credo di poter dire che una grande maggioranza di Paesi membri condivide la posizione della Francia», ha detto Sarkozy. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che è nell'interesse di tutti forgiare legami tra Ue e mondo musulmano, ma alla domanda di commentare le dichiarazioni di Obama, ha semplicemente notato che «è chiaro che ci sono differenti opinioni». Merkel ha aggiunto che la forma dei futuri legami tra Europa e Turchia non è ancora chiara, riferendosi alla possibilità di una partnerschip privilegiata per il governo di Ankara come ipotesi alternativa all'adesione. La Commissione europea, che come organo esecutivo europeo è responsabile dei negoziati con Ankara, ha accolto invece con soddisfazione le dichiarazioni di Obama. «Abbiamo iniziato i negoziati con la Turchia per l'ingresso», ha detto il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, riferendosi apparentemente al fatto che i termini della trattativa puntano verso l'adesione piuttosto che su altre forme di legami. Sui motivi di frizione è intervenuto anche il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi: «Francia e Germania sono su una posizione diversa perché il loro problema principale è che temono un grande afflusso di cittadini turchi nei loro Paesi». «Penso che si possa raggiungere un compromesso. Bisognerebbe fare come si è fatto in alcuni Paesi come la Romania. Ossia che anche con l'entrata in Europa della Turchia si rinvii la libertà di transito degli stranieri. Credo che questa sia la strada che si seguirà, ma non me la sento di fare previsioni», ha aggiunto Berlusconi. Le trattative per l'ingresso in Europa sono state influenzate anche dai timori per il rispetto in Turchia dei diritti umani, da una mancanza di progressi sul fronte delle riforme e dalla perenne disputa territoriale con Cipro. In serata Obama è arrivato ad Ankara per la visita ufficiale all'alleato Nato.

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