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Pdl, Fini ha già spento l'"irritazione"

Berlusconi e Fini

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{{IMG_SX}} «Non sempre certe risposte si hanno il giorno dopo». Gianfranco Fini, a Bagheria (Palermo) per partecipare con gli studenti a un seminario sulla legalità, ha subito smorzato i toni dell'ipotetico scontro con il presidente del Pdl Berlusconi su testamento biologico e referendum elettorale. Nessuna irritazione, nessuna «relazione di minoranza» al congresso. Per il presidente della Camera si tratta solo di piccole divergenze di opinioni che, in un partito di largo consenso come il Pdl, sono normali. «So perfettamente - ha detto Fini - che su alcune questioni sollevate al congresso ci sono opinioni dissimili o sfumature di valutazioni anche all'interno del Pdl». A chi cercava di cogliere qualche suo cattivo umore per i mancati chiarimenti di Berlusconi sulle questioni sollevate nel suo intervento congressuale, Fini ha semplicemente detto che «non sempre si danno le risposte il giorno dopo, su questioni così importanti destinate a durare nel tempo le risposte si forniscono dopo averle approfondite e dibattute». Una risposta anche a chi, da sinistra, aveva tentato di cavalcare le presunte frizioni tra i due fondatori del Pdl per descrivere un partito sull'orlo della crisi di nervi. Fini non ha dato sponde alla diatriba politica e, anzi, ha continuato a ricevere approvazioni sul discorso da tutto il partito. «Non penso che al congresso Fini abbia svolto una relazione di minoranza - ha detto il capogruppo Pdl al Senato Quagliariello - la sua era una situazione particolare perché era il capo di uno dei grandi partiti che confluiva in questa nuova formazione e poi il presidente della Camera. È evidente - ha concluso - che ha tenuto conto di entrambe le cose e lo ha fatto con maestria. Ha fatto un discorso di grande livello considerando bene che cosa vuol dire un partito a vocazione maggioritaria». Approvazioni anche dal ministro della Giustizia Alfano: «Fini ha fatto un discorso che ho condiviso dalla prima all'ultima riga. Ha posto la questione Nord-Sud, la questione generazionale e quella dell'immigrazione. Le soluzioni nel futuro si troveranno. Il nostro è un grande partito che farà una scelta per il futuro del Paese». «La posizione di Gianfranco sul testamento biologico - ha detto invece il senatore Gasparri - dimostra che nel Pdl c'è una libera discussione. Guai ad andare nel nuovo partito con incrostazioni, riflessi automatici, incontriamoci,confrontiamoci, operiamo insieme in una mescolanza di opinioni che quella platea, quelle immagini hanno dimostrato in maniera virtuosa al di là dell'immaginabile». Fini ha incassato e, nella sua apparizione siciliana, ha dedicato un appassionato discorso alla lotta contro la mafia. «La mafia è una dittatura», ha detto il presidente della Camera ai ragazzi che hanno partecipato alla cerimonia conclusiva dell'anno accademico del Parlamento della Legalità. «La mafia può togliere la vita, la libertà, e può cancellare la dignità delle persone e dei popoli. Come si fa contro le dittature, bisogna ribellarsi contro la mafia». «Voi ragazzi - ha continuato - dovete avere la coscienza di ricordare i martiri che devono essere onorati con il comportamento quotidiano e non solo nel giorno degli anniversari ed esprimere gratitudine ai servitori dello Stato». Fini ha poi sottolineato la necessità di essere grati verso «quei ragazzi che vestono la divisa, non lo fanno per denaro, perchè si guadagna poco, ma hanno chiaro che la libertà passa dal comportamento quotidiano. Si deve essere grati agli "anonimi", a quelli di cui non si conosce il nome».

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