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Piano casa, venerdì il decreto in Cdm

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È ufficiale: la prossima sarà la settimana del piano casa. Mercoledì il governo incontrerà le Regioni nella Conferenza Unificata convocata a Palazzo Chigi in tarda mattinata e poi il provvedimento andrà in Consiglio dei ministri venerdì 27 marzo. Ma in attesa del varo delle misure di sostegno all'edilizia il piano continua a incassare consensi e attestazioni di stima. Oggi l'ok alle misure per la casa allo studio dell'esecutivo è arrivato direttamente dalla Ue: «C'è stato apprezzamento per le misure italiane - ha detto il premier Silvio Berlusconi da Bruxelles - anche la Commissione Ue ha riconosciuto che gli interventi sono in linea con il piano di ripresa europeo. Molti colleghi ci hanno chiesto il testo del disegno di legge e del decreto per l'ampliamento del 20 per cento di cubatura delle case mono-bifamiliari» e «noi - ha aggiunto Berlusconi - ci siamo impegnati a inviare il testo alle ambasciate degli altri 26 paesi entro lunedì». Un ulteriore apprezzamento è arrivato dalla Cgia di Mestre, per la quale il piano casa potrebbe innescare un giro di affari di quasi 79 miliardi di euro. Una cifra frutto di una simulazione - elaborata dagli artigiani mestrini - che ha tenuto conto delle due possibilità che saranno consentite ai proprietari di case. La prima possibilità: abbattimento della 'vecchià abitazione a uso residenziale (costruita prima del 1989) e ricostruzione con ampliamento fino al 30 per cento. In questo caso la Cgia stima che il patrimonio edilizio potenzialmente interessato è pari a poco più di 191 mila unità. Ipotizzando che solo l'1 per cento di questi proprietari approfitti della possibilità concessa dalla nuova normativa, la superficie totale passa dai quasi 17 milioni di mq, prima dell'intervento, fino a oltre 22 milioni di mq, dopo la ricostruzione con ampliamento del 30 per cento. Stimando un costo medio al mq di 1.500 euro l'impatto economico complessivo si dovrebbe aggirare attorno ai 33 miliardi di euro. Dalla Cgia ricordano, inoltre, che con l'uso di materiale bioedilizio (mediamente molto più costoso di quello tradizionale) l'ampliamento del nuovo fabbricato può essere aumentato sino al 35 per cento e, quindi, aumentare notevolmente il giro d'affari. La seconda possibilità: ampliamento del 20 per cento delle abitazioni a uso residenziale. Tenendo conto che le abitazioni mono e bifamiliari sono in Italia poco più di 1.326.500 unità (con una superficie totale di poco superiore ai 127.392.000 mq) e ipotizzando che almeno il 10 per cento di questi manufatti subisca un intervento con un costo medio ipotizzato di 1.800 euro al mq, l'impatto economico sfiorerebbe i 46 miliardi di euro (precisamente 45.861milioni di euro). Inoltre «tenendo conto che il piano del Governo consentirà l'ampliamento del 20 per cento anche degli immobili a uso non residenziale (capannoni) e l'abbattimento e la ricostruzione di abitazioni a uso residenziale con un aumento della cubatura fino al 35 per cento con l'utilizzo del materiale bioedilizio - ha commentato Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre - possiamo immaginare che la nostra ipotesi, probabilmente, è sottostimata. Certo, è sempre una stima e come tale va interpretata. Ma è indubbio che questo provvedimento darà ossigeno al settore del cemento, del ferro, dei laterizi, del legno, dei serramenti, dell'installazioni di impianti. Insomma, quel comparto casa che oggi vive un momento molto difficile». Accanto agli apprezzamenti, il governo dovrà però tenere conto delle critiche. In particolare di quella 'spinosà che è arrivata oggi dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Certo, una critica più di metodo che di merito, ma che potrebbe rallentare i lavori della prossima settimana. Secondo Errani infatti sul piano casa «c'è un problema sugli strumenti - ha detto - Un decreto legge per gestire una competenza concorrente fra Stato, Regioni e Comuni è uno strumento improprio, secondo me anticostituzionale». Per il numero uno della Conferenza delle regioni «se si tratta di lavorare insieme, con gli strumenti giusti, per semplificare norme e procedure e dare maggiore efficacia agli strumenti urbanistici allora va bene. Ciò che non funziona è il messaggio che si dà al paese: che si fa un condono preventivo. Questo non va bene, e può essere un danno per l'Italia». L'ufficializzazione delle prossime tappe dell'iter per il piano casa sono arrivate nel giorno in cui Nomisma ha diffuso i dati (negativi) sul mercato immobiliare nell'anno appena passato. Secondo il rapporto le compravendite delle case si sono ridotte nel 2008 in media del 15 per cento (15,5 per cento per uffici, 11,7 per cento per il commerciale e 8,7 per cento per gli immobili produttivi). Ma anche per il 2009 la previsione è di una nuova riduzione, tra l'8 e il 10 per cento del numero di transazioni di abitazioni. Le abitazioni vendute sono passate da 845 mila del 2006 (anno record per il settore) alle 686 mila del 2008, con una decrescita di 40 mila unità tra il 2006 e il 2007 e oltre 120 mila tra il 2007 e il 2008. La flessione più considerevole si è registrata nel quarto trimestre 2008, con un -17,7 per cento rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. D'altra parte però, i prezzi degli immobili - per la prima volta negli ultimi dieci anni - hanno subiscono una flessione: -2,2 per cento per le abitazioni nuove, -2,4 per cento per quelle usate, -1,5 per cento per gli uffici, -2 per cento per i negozi, -1,9 per cento per i capannoni. Unica variazione positiva (+0,9 per cento) per box auto e garage.  

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