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Disoccupazione al 6,7%

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Nella media del 2008 il tasso di disoccupazione si attesta al 6,7%, dal 6,1% nel 2007, e le persone in cerca di occupazione aumentano, in confronto ad un anno prima, del 12,3%. Dopo nove anni di ininterrotta diminuzione c'è quindi una inversione di tendenza. L'incremento è stato più per gli uomini (di 0,8 punti percentuali) che per le donne (per le quali scende di 0,1 punti percentuali) con tassi rispettivamente al 6 e all'8,6%. Ma è al Sud che il rapporto aumenta: nel Mezzogiorno infatti la crescita della disoccupazione riguarda «esclusivamente» gli uomini. E anche l'occupazione, che registra comunque un +0,8% su base annua, negli ultimi tre mesi del 2008 ha tirato il freno mettendo a segno uno stiratissimo +0,1% ottenuto grazie «al contributo determinante» dei lavoratori stranieri, sopratutto al Centro e al Nord. Non va bene, invece, nel Mezzogiorno che denuncia, spiegano ancora gli economisti di via Balbo, «una dinamica fortemente negativa, con una discesa tendenziale dell'1,9%, pari a -126.000 unità. I dati però, secondo il governo non sono da allarme rosso. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. sostiene che «nelle attuali condizioni sono dati confortanti perchè ci dicono che c'è una disoccupazione a chiusura d'anno del 7%, senza dubbio meno preoccupante di tutte le previsioni dell'opposizione e di un pezzo del sindacato». Inoltre per Sacconi il dato sulla disoccupazione rassicura se messo a confronto con quel 12,3% totalizzato nel '97. «In una fase come questa questa vuol dire che nel complesso l'occupazione tiene», conclude preoccupato piuttosto per il dato sul Mezzogiorno «dove la flessione è significativa». Ma dai sindacati riparte il pressing per nuovi interventi e per liberare le risorse messe a disposizione dal governo per l'occupazione. «Il nostro paese è sull'orlo di un precipizio», dice la Uil per bocca di Guglielmo Loy secondo il quale «i prossimi mesi potrebbero essere drammatici se non si mettono in campo, immediatamente, strumenti concreti per dare risposte ai lavoratori colpiti dalla crisi e per rilanciare uno sviluppo duraturo. In linea anche la Cisl. «I dati sono i primi a fotografare la crisi nella sua piena espansione, sia per il centro Nord che per il Sud del Paese».

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