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Al via l'ultimo congresso di An "Nel Pdl senza nostalgia"

Da sinistra il ministro La Russa e il sindaco Alemanno al congresso di An

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{{IMG_SX}}Il re non è morto, viva il re.  Ignazio La Russa, dal palco dell'ultimo congresso di Alleanza Nazionale, rassicura così la base del suo partito. Ignazio La Russa, che ha aperto oggi l'ultimo congresso di Alleanza nazionale, che sancirà domani lo scioglimento del partito per entrare nel Pdl. La confluenza nel Pdl, garantisce il reggente, non significa la «chiusura» di An, ma al contrario un «giorno di nascita, di ripartenza; un nuovo inizio». E non è un caso che il ministro della Difesa scelga queste parole per aprire le assise in cui An si scioglierà per entrare, la prossima settimana, nel partito unico del centrodestra, il «partito degli italiani». Certo, riconosce, «questo non è un congresso ordinario». Ma il motivo, aggiunge, è che «nasce il partito degli italiani». Cita Eraclito per sottolineare come quella attuale sia solo una fase di passaggio: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto è divenire». Anche perchè, ricorda, l'emblema di An «non si spegne, ma transita semplicemente in una fondazione, consentendoci di non avere rimpiati». Il compito, ora, è di «proseguire l'avventura che ha legato intere generazioni», visto che anche il Msi aveva una «vocazione a costruire un partito unitario della destra». Insiste sulla necessità che il Pdl sia una forza «multidentitaria», perchè «non ci può essere il pensiero unico» e dunque, aggiunge, An vi porterà «tutta la sua storia e la sua identità». Tanto che, azzarda, «non è lontano il tempo in cui potremo chiamare il Pdl non più 'centrodestrà, ma la 'destrà italiana», come avviene nel resto d'Europa. Ma non è più il 1995; la nuova Fiera di Roma non è un'altra Fiuggi. Esami da superare non ce ne sono più, perchè «oggi, con Forza Italia, creiamo un partito che è destinato a raccogliere i consensi di oltre il 40% degli italiani». Cita Silvio Berlusconi per dire che sulla sua leadership non ci sono discussioni e per rimarcare le differenze con il Pd. Quella dei democratici «è stata una scelta obbligata». Rivendica di aver preteso regole certe all'interno del Pdl. Così, spiega, «le decisioni andranno prese dopo un dibattito ampio, anche se alla fine guai se non arrivasse il momento delle scelte». Parla di An e Forza Italia come di «gemelli, magari diversi», ma pur sempre fratelli. Ringrazia Gianfranco Fini per il suo «coraggio» di presidente della Camera, definendolo «un uomo di destra, che quando ricopre un ruolo istituzionale lo fa senza compromessi». L'unico passaggio in cui si può leggere un accento polemico riguarda il Carroccio. Nei rapporti con la Lega, scandisce La Russa, «non c'è bisogno di contrpapporsi, al contrario bisogna competere», restando «pronti ad accettare correttivi» proposti dagli altri alleati. Ciò non significa, aggiunge tuttavia, «accettare l'ineluttabilità che siccome per vincere bisogna stare insieme un passo indietro lo debba sempre fare il Pdl».

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