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Quel cursus honorum che porta sempre a sinistra

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La scelta, in questo caso, è sconvolgente, e non solo perché conferma che in Italia il cursus honorum dei pubblici ministeri ha uno sbocco naturale - in realtà palesemente distorto - nel Parlamento nei partiti della sinistra (al momento sono una decina, tra i quali Di Pietro, D'Ambrosio, Tenaglia, Casson e Ferranti), ma perché questa candidatura è - come si direbbe a Oxford - un calcio nei denti al Pd di Franceschini, tuttora e inspiegabilmente alleato dell'Italia dei Valori. De Magistris, con la sua inchiesta "Why not?" va ricordato, non ha solo provocato una guerra tra le procure di Catanzaro e Salerno che è sfociata in incredibili perquisizioni notturne incrociate nelle case dei magistrati delle due procure, obbligando il Csm a duri interventi.  De Magistris ha fatto meglio e di più: ha dato un contributo non secondario nella caduta del governo Prodi. L'ipotesi accusatoria della sua inchiesta, infatti lo ha portato a indagare su Romano Prodi, il suo Guardasigilli Clemente Mastella, il deputato del Pd - stretto collaboratore di Prodi - Sandro Gozi, Agazio Loiero, presidente della Calabria del Pd, oltre a Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. Inutile dire che nelle pagine della sua inchiesta si trovano molta fantasia, moltissimi teoremi, infiniti aggettivi e poco altro. Il fatto è che la destabilizzazione di Prodi e il percorso che portò Mastella a rifiutargli la fiducia in Parlamento, iniziò proprio quando il Guardasigilli dovette esercitare i suoi legittimi diritti di difesa da un inchiesta irrispettosa di tutto, anche della forma. Veltroni, però, col pieno assenso di Franceschini ha poi scelto Di Pietro come unico e solo alleato in Parlamento e ora - con la candidatura di De Magistris nell'Idv - si ritrova ripagato con un ennesimo sberleffo. Candidare De Magistris definisce infatti un sillogismo implacabile: la sua inchiesta su Prodi, Gozi, Loiero, era più che legittima ed è stata impedita con l'artificio. Il corto circuito interno all'opposizione diventa così incandescente e non tarderà a provocare ulteriori faville. Detto questo, non si può non notare che questo cursus honorum dei Pm che sbocca in candidature della sinistra, abbia aspetti inquietanti. Di Pietro, è noto, indagò e eliminò dalla scena politica gli avversari del segretario dei Ds Achille Occhetto. D'Ambrosio era la mente-giuridico politica di Mani Pulite (e un suo intervento salvò Botteghe Oscure nel caso Greganti-mazzette al Pci). Casson indagò su Andreotti e Cossiga. Un panorama a dir poco stravagante a cui si può aggiungere una ciliegina: oggi, sindaco di Bari per il Pd è Michele Emiliano. Per pura assoluta, incredibile, coincidenza, proprio il Pm che indagò sullo scandalo dell'operazione Arcobaleno, gestita - malamente - dal governo D'Alema in Albania. Che strano...

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