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Il retroscena

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Non è servito nemmeno che sempre Scajola dicesse di voler avviare, con incontri da metà marzo, un discorso sulle criticità delle piccole e medie imprese. Per la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, Palazzo Chigi continua a fare poco per fronteggiare la crisi e lo dice ad ogni occasione. Il bersaglio delle sue polemiche è il governo nel suo complesso e finisce per mettere nel mirino il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, «mister auto» come viene definito a viale dell'Astronomia. All'origine delle insistenti accuse al governo ci sarebbe proprio la questione dell'auto e l'attenzione con cui Scajola se ne è fatto carico. La Marcegaglia avrebbe voluto che Palazzo Chigi adottasse un pacchetto complessivo per l'industria in generale, nel quale inserire anche gli aiuti al settore automobilistico. Nessuna corsia preferenziale per la Fiat che potesse indurre a pensare a una Confindustria schiacciata sul Lingotto e portatrice delle sue istanze. La Marcegaglia da tempo mostra di perseguire una strada di cesura rispetto alla precedente presidenza, quella di Montezemolo, e quindi di distanza dalla Fiat. Una strategia che ha avuto come conseguenza il defenestramento, senza tanti problemi, del direttore generale Maurizio Beretta, gradito alla base imprenditoriale ma con l'unico difetto di essere stato portato a Viale dell'Astronomia dal presidente della Fiat. Un modo di marcare la distanza da Corso Marconi che avrebbe irritato lo stesso Montezemolo ma anche gli imprenditori delle piccole e medie imprese legate in qualche modo, come indotto, al Lingotto. Non è passata inosservata l'insistenza con la quale nei giorni precedenti alla presentazione del pacchetto anti-crisi la Marcegaglia diceva di non circoscrivere gli aiuti all'auto ma di considerare il complesso dell'industria. La replica piccata di ieri all'indirizzo di Scajola non sarà senza conseguenze. Tutto lascia pensare che ci saranno altre scintille. L'attenzione ora si sposta sulla proposta di congelare per un anno il Tfr (ora destinato all'Inps) nelle imprese per aiutarle a fronteggiare la crisi. Scajola si è mostrato cauto ma disponibile. «È una proposta che merita di essere approfondita» ha detto il ministro e ha ricordato che ogni intervento va considerato in un quadro di compatibilità con il bilancio pubblico. «In questa fase in cui dobbiamo rilanciare i consumi, non possiamo allargare la spesa pubblica - ha specificato - perché abbiamo un grosso debito; ogni proposta innovativa merita interesse».

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