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Non abbiamo concluso ancora i lavori, ma intanto, la Sesta ...

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Insomma, una condanna senza appello che emana l'odore acre dell'intimidazione. In nessun articolo della Costituzione e da nessuna altra parte proviene il diritto del Csm di esprimere pareri non richiesti e di diffonderli a mezzo stampa, tanto più quando sono, come quest'ultimo, preventivi, rispetto ad un disegno di legge ancora in fieri. Si tratta, insomma, di esternazioni non previste dalla Carta fondamentale e che, anzi, confliggono manifestamente con alcuni suoi articoli. Il fatto che tale prassi, esondante e invasiva rispetto alle istituzioni politiche fondanti la cornice liberaldemocratica, si sia consolidata negli anni della prima repubblica, quando il Legislatore e l'Esecutivo, per ragioni talora irriferibili, fecero buon viso a tanto cattivo gioco, non giustifica che ancor oggi debba passare sotto silenzio. L'attuale classe politica non più sotto schiaffo o sotto ricatto - Flaminio Piccoli, segretario della Dc, esortò a votare le pessime leggi Breganze e Breganzona, perché altrimenti i giudici avrebbero fatto tintinnare le manette -, può e deve imporre il galateo della tripartizione dei poteri, denunciando certe prassi non solo scorrette, ma anche e soprattutto destabilizzanti ed eversive. È giunto il momento di dire "no" alto e forte al delirio di potenza del Csm.

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