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L'ultimo giorno a Fiumicino Tra proteste e indifferenza

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Forse anche perché chi voleva volare oggi e nei prossimi giorni si è tenuto ben lontano dal prenotare un biglietto con la nostra compagnia di bandiera. Ma la paura che i sindacati di base, specialmente quelli più arrabbiati, quelli dei dipendenti addetti alle pulizie e ai bagagli, inscenassero qualche manifestazione per avere un palcoscenico di prim'ordine nell'ultimo giorno di vita di Alitalia, ha fatto scattare un piano di emergenza. Così i carabinieri hanno presidiato tutti i punti nevralgici, per evitare problemi. Perfino i briefing degli equipaggi si sono svolti con la presenza dei militari dell'Arma. Decisione che certo non ha contribuito a smorzare le tensioni di assistenti di volo e piloti. «Siamo persone responsabili, non ci mettiamo certo a fare pazzie — commenta Simona L., da quattordici anni in Alitalia e riassunta da Cai — Non siamo sicuramente noi a creare i disservizi nella nuova compagnia». Nuova, in realtà solo sulla carta. Perché oggi i passeggeri che si imbarcheranno sul primo volo Alitalia-Cai — 6,30 del mattino, destinazione Milano Linate — troveranno tutto esattamente come ieri: stessi aerei, stessi biglietti, stesse divise a bordo. Magari, però, con qualche equipaggiamento di meno. Perché — è l'accusa di hostess, steward e piloti — nell'ultimo periodo la manutenzione a bordo lascia abbastanza a desiderare. Così capita — sempre più spesso è la denuncia — che chi si imbarca per voli intercontinentali trovi lo schermo della tv fuori uso o la poltrona inesorabilmente bloccata. «Hanno ridotto al minimo anche il personale che esegue la manutenzione — spiega uno steward — e soprattutto non ci sono più i tempi tecnici per effettuarla perché gli aerei arrivano e ripartono subito. Noi abbiamo una lista dei controlli che devono essere eseguiti. Se quelli che riguardano la sicurezza sono tutti ok sugli altri ci dobbiamo arrangiare». I pochi passeggeri che hanno scelto ieri di partire da Fiumicino con Alitalia si sono comunque accorti di poco. Anche perché tutti i voli a lungo raggio erano stati soppressi e i viaggiatori dirottati su altre compagnie. Dalle undici di ieri sera fino alle sei di stamani, infatti, gli aerei della compagnia di bandiera sono rimasti a terra per i controlli e per consentire il passaggio di certificazione dalla nuova alla vecchia società. Un confine che per gli equipaggi segna anche la fine di quello che in molti hanno considerato un privilegio: l'accompagnamento da casa all'aeroporto con macchine e pullmini. Un benefit (ma in realtà il servizio è pagato in parte dagli equipaggi stessi e in parte dall'azienda) che poche altre compagnie europee hanno. E che non è previsto neppure per il personale Alitalia che lavora a Linate e a Malpensa. Così l'equipaggio che ieri alle quattro del pomeriggio è rientrato da New York a Roma è stato forse l'ultimo a essere riaccompagnato a casa. Da oggi ognuno dovrà arrivare con mezzi propri. E lasciare auto o moto a un parcheggio convenzionato. Di proprietà di Benetton. «Non sono certo questi i problemi di Alitalia — racconta ancora Simona L. — Parliamo piuttosto del fatto che i voli hanno ritardi enormi perché hanno diminuito gli aerei e ridotto all'osso gli equipaggi. Dovevamo decollare da New York alle 17,45, siamo partiti alle due di notte. E in più dobbiamo anche consolare passeggeri sfiniti che ci dicono che non voleranno più Alitalia». Un brutto colpo all'immagine di una compagnia che negli ultimi messi ha perso passeggeri a rotta di collo. Colpa di proteste, scioperi, sit-in. Ma anche di una gestione dell'azienda non certo da manuale. «Cai? Non esiste, non c'è nessuno con cui poter parlare — racconta Giancarlo Gobbetti, uno degli autisti della cooperativa Sar che effettua il servizio di accompagnamento — Non ci hanno avvisato di nulla, sappiamo solo che da domani non lavoriamo più. E lo sappiamo perché un assistente di volo ci ha fatto vedere una lettera che la società ha mandato agli equipaggi nella quale li avverte che il servizio è stato cancellato. A noi non è arrivato niente». Mancanze, ritardi, confusione. La nuova Alitalia, vista da chi ci sta dentro, di problemi da risolvere ne ha ancora parecchi. Comprese le proteste che, forse, oggi, potrebbero creare disagi a Fiumicino. Alle dieci è prevista un'assemblea di Sdl, il sindacato degli assistenti di volo, nella sala mensa. E i Cub hanno minacciato nuove manifestazioni dopo quella di ieri mattina organizzata insieme al comitato cassintegrati e precari Alitalia/Air One: un corteo funebre con tanto di lapide grigia e citazione — modificata — della prima strofa del celebre «Cinque maggio» di Alessandro Manzoni: «Ella fu siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all'ultima ora del Vol fatale».

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