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Lega contro Fi: "Vogliamo l'Expò e governare Milano"

Bossi e Berlusconi

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Nomina che poi non arrivò per un gioco di specchi tra An (per Mantovano bloccato da Maroni) e Lega (per Castelli stoppato da Matteoli). Così, il nome dell'ex Guardasigilli fu inserito nella lista degli "illustri esclusi". Ma la promessa di Berlusconi al Carroccio era comunque quella di arrivare presto ad un cambio di poltrona. Sono passati i mesi e per Castelli non è cambiato nulla. Come per una schiera di persone rimaste appese a promesse fatte e desideri avanzati. A fine anno Berlusconi annuncia: sì nuove nomine, allargando quindi la squadra di governo. Ma il premier parla solo di Fazio e Brambilla, come nuovi ministri di Sanità e Turismo. Alla Lega questo proprio non va giù e lo dice apertamente fin dall'inizio. Ufficialmente, i mugugni che arrivano da via Bellerio sono sul fronte federalismo: «Sanità e turismo sono due materie di competenza regionale. Quindi, che senso ha fare due nuovi ministri», a pochi giorni dall'approvazione del federalismo?, attacca subito Calderoli, etichettando la decisione di Berlusconi come un'iniziativa «non in spirito federale». In realtà però, chi ha frequentato in questo periodo gli ambienti del Carroccio spiega che il malumore leghista rispetto a quanto annunciato dal presidente del Consiglio ha alla base proprio la mancata nomina di Roberto Castelli a viceministro. «Perché si parla di nomine solo per Fazio e Brambilla?», si sarebbe chiesto più di un esponente del Carroccio alla notizia dei due nuovi ministri. La Lega vuole Castelli viceministro e, soprattutto, vuole per lui una delega a cui Bossi tiene molto, quella per la gestione dell'Expò milanese.La verità è, infatti, che la competizione tra Fi e Lega si sposta da Roma al territorio, soprattutto in quelle regioni (vedi Lombardia e Veneto) dove s'incrociano interessi e poteri locali. Il rapporto tra Lega e Pdl è una specie di Giano bifronte. Sul federalismo fiscale, certo, sul reato di clandestinità, sulla Giustizia, ma non solo. In questo scenario la vicenda milanese dell'Expo 2015 è un tassello importante. Sulla gestione di quella che sarà per la città meneghina un'occasione davvero ghiotta da tutti i punti di vista, già da mesi è in corso una dura battaglia nella maggioranza per la regia sull'evento. I poteri principali e la guida operativa sono in mano al sindaco Moratti. Ma la Lega vuole contare e spinge - insieme al Pirellone - per avere sempre più peso sull'intero progetto. Di qui la sponda per ridimensionare il protagonismo del sindaco Moratti tra Roberto Castelli, sottosegretario con delega all'Expo e Roberto Formigoni, che a sua volta chiede al governo competenze in materia e vara una legge obbiettivo elogiata proprio dall'ex Guardasigilli. Chiara l'alleanza: Formigoni punta a traslocare a Roma nel 2010 e Castelli che potrebbe sostituirlo alla guida del Pirellone. A questo punto, intrecci e ripicche permettendo, si tratta di aspettare. Oggi, intanto, Berlusconi vedrà Bossi: forse un pranzo a Palazzo Grazioli per fare il punto sulla situazione. Sul tavolo, il dossier Malpensa, il federalismo e la giustizia. Vuoi che il Senatur non ricordi al premier anche la promessa fatta su Castelli?

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