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«Io, l'ombra di Tremonti, m'alleo con De Mita»

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Parla Marco Milanese: «A gennaio rilanciamo la Banca del Sud, gireremo l'Italia»

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Tra lauree (una conseguita a Salerno, una a Roma e una a Trieste: «Ho girato l'Italia», confessa), deputato da aprile, due mesi fa si è trasferito ad Avellino, dove è diventato commissario provinciale di Forza Italia. Scusi, Milanese, ma lei che ci fa ad Avellino? «Sono originario di Cervinara, un Paese dell'Irpinia. Da dove sono andato via a venti anni per fare l'università fuori. Qui ho ancora tutti i miei parenti. Sono stato eletto in questa zona e sono tornato volentieri, ho anche aperto un ufficio». Che Irpinia ha trovato? «C'è una situazione di crisi spaventosa. Non solo economica. C'è stata una grande emigrazione di cervelli che non lascia ben sperare per il futuro. Di contro ci sono studi economico, come quello di Piazza realizzato per Confindustria, che ci indicano come il territorio sia di grande vitalità dal punto di vista imprenditoriale e turistico. Siamo davanti a un'emergenza considerato che l'anno prossimo si voterà sia al Comune che alla Provincia». E allora? «Allora abbiamo lanciato un "patto per l'Irpinia" aperto a tutte le associazioni, alle realtà imprenditoriali e anche alle altre forze politiche che non fanno parte del Pdl». Pure a De Mita? «A tutti. E De Mita ha detto che è disponibile a discutere con noi». Si profila un'alleanza? «Be', presto per dirlo. Siamo ancora in una fase embrionale. Ma discutiamo, soprattutto per il Comune». Ha visto De Mita? «In questi giorni no». E prima? «E chi non lo conosce... Gliel'ho detto, sono nato da queste parti». A livello nazionale Pdl e Udc si guardano in cagnesco, sul territorio invece stringono alleanze. Perché? «Anzitutto voglio dire che De Mita è De Mita, è un potere autonomo. Qui alle scorse politiche l'Udc ha avuto il 15% e credo fossero soprattutto voti dell'ex presidente del Consiglio. E poi secondo me va fatta un'altra considerazione». Quale, onorevole? «Gli elettori dell'Udc sono di centrodestra. Vogliono l'alleanza con il centrodestra. Se lo lasci dire da me che giro il territorio da mattina a sera». Senta, ma De Mita non vuole Pionati, che proprio pochi giorni fa è passato dall'Udc al Pdl... «Non possiamo accettare nessuna pregiudiziale da parte di alcuno. Se ci si siede a tavolo per parlare non si possono porre subito delle condizioni. Vedremo». Ma nel Pdl sono tutti favorevoli all'accordo con il vecchio Ciriaco? «Anche dentro An ci sono diverse resistenze. Le capisco. Ma ripeto, siamo in un momento straordinario e possiamo superarlo solo unendo le forze». Ma lei sta proponendo una sorta di larga intesa in salsa irpina? «Alt, nessuna larga intesa. Non possiamo certo fare accordi con il Pd. Ho detto: unire le forze. Possiamo e dobbiamo farlo. Ma non snaturando il nostro progetto». E Tremonti che cosa dice? «Sono stato dieci anni con lui e collaboro ancora con il ministero visto che sono consigliere politico dle professor Tremonti. Ma non ho bisogno di informarlo di ogni passo che faccio. Quello che è importante è che presenteremo un candidato al Comune forte che, se vincerà, avrà il sostegno del governo e un legame forte con via XX settembre». Ne è sicuro? Tremonti, il ministro di Sondrio, aiuterà anche Avellino? «Guardi, pensare che il professor Tremonti sia un uomo del Nord è una sciocchezza. È sempre stato convinto intanto che se non cresce il Sud tutto il Paese è frenato. E poi a gennaio rilancerà il progetto della Banca del Sud, di cui sono vicepresidente del comitato promotore. Andremo in giro per le città a spiegare il piano, è assurdo che i risparmi del Mezzogiorno vadano al Nord - stiamo parlando di 200 miliardi di euro - e che gli imprenditori del Sud debbano pagare il costo del denaro tre punti in più che altrove». E alla Regione Campania? Ha in mente un candidato? «Deciderà Berlusconi. Come ha fatto anche di recente che ha scelto sempre il candidato giusto. Deciderà lui l'uomo o la donna più adatti». Magari una ministra... «Mara Carfagna sarebbe un ottimo candidato. Abbiamo anche altre risorse. Ripeto, deciderà il presidente».

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