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Socialisti e Idv d'accordo contro la Iervolino

Rosa Russo Jervolino

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Non bastava che il giustizialista Di Pietro annunciasse sdegnato il ritiro immediato di tutti i suoi uomini dalle giunte campane, operazione che verrà ufficializzata trionfalmente lunedì nel capoluogo partenopeo: ora anche il Partito Socialista rinnega l'unità di intenti e di voleri con la coalizione di centrosinistra di cui finora ha fatto parte, spiegando che la posizione condivisa è quella di non entrare nei nuovi esecutivi a venire. Insomma, la gara a «chi ha le mani più pulite», tra chi finora ha partecipato attivamente all'amministrazione che da quindici anni spopola in Campania, produce effetti finora nemmeno lontanamente ipotizzabili: Italia dei Valori e Socialisti, per la prima volta, si trovano d'accordo, manifestando un'unità di intenti che fa sorridere. Fa sorridere perché a pensare l'ex pm Di Pietro in sintonia con i socialisti, viene in mente Tangentopoli, quando il leader del pool «Mani pulite» mise sotto inchiesta proprio il segretario del Psi Bettino Craxi. Una battaglia condotta con durezza, di cui ancora l'ex pm va raccontando con orgoglio nei salotti politici. Da Tangentopoli a Magnanapoli, come da qualcuno è stata definita l'inchiesta che ha messo sotto accusa il Comune di Napoli, alleato del sistema Romeo, passano sedici anni e tanta acqua sotto i ponti. Così, nella nuova voglia di scrollarsi di dosso le macchie delle amministrazioni Iervolino e Bassolino, i dipietristi si trovano fianco a fianco con gli eredi del vituperato Bettino, mentre il sindaco che fino a ieri affermava sprezzante: «L'Idv ci lascia? Pazienza, un uomo in meno», riferendosi all'assessore Luigi Imperlino, ora dovrebbe iniziare a preoccuparsi. Le forze dei due partiti non sono poi così rilevanti nell'amministrazione, due consiglieri per l'Italia dei Valori e uno per i socialisti, ma in una maggioranza che più volte ha rischiato di saltare, perdere anche solo tre pedine può essere un grande problema. E con la maggioranza si riduce anche la solidarietà: la coalizione scricchiola, i partiti minori abbandonano il campo di battaglia. «Ufficializzeremo la nostra posizione dopo l'incontro di martedì prossimo - dice il coordinatore nazionale Psi, Marco Di Lello - non abbiamo alcuna voglia di puntellare le amministrazioni fallimentari di Bassolino e Iervolino. La Provincia andrà naturalmente al voto a fine primavera: chiediamo che l'appuntamento con le urne venga fissato anche per il Comune. Intanto il sindaco nomini una giunta tecnica e accompagni la città per i prossimi sei mesi, se ci riesce: ma è chiaro che ci vuole discontinuità, dobbiamo arrivare a giugno con una nuova coalizione». Di Lello conosce bene la situazione napoletana e campana: solo lo scorso febbraio, per tentare la corsa al Parlamento, ha abbandonato la poltrona da assessore affidatagli dal governatore Bassolino in tutti e due i suoi mandati alla Regione. «Ho parlato anche con il segretario provinciale del Pd, Luigi Nicolais, e gli ho spiegato che per noi il candidato sindaco non può essere del loro partito - puntualizza ancora - se ci attrezziamo con una proposta credibile possiamo batterci, altrimenti il risultato delle urne è scontato. Se Veltroni vuole questo, noi non saremo certo al suo fianco». Chi amministra ora deve fare i conti anche con l'ironia della sorte: i vecchi nemici si riscoprono amici nella corsa all'abbandono della nave del centrosinistra campano.

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