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Iervolino stacchi la spina

Rosa Russo Iervolino

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Almeno per ora.  Si rafforza la Iervolino perché i politici arrestati sono tutti suoi fedelissimi. Sono le persone a lei più vicini come ad esempio Giuseppe Gambale, Peppe per gli amici, che è stato suo delegato alla legalità e capo dello staff. O come lo era Giorgio Nugnes, l'assessore alla manutenzione suicida all'inizio di dicembre: anche lui era nell'ordinanza. Ma di lei, della Iervolino, per ora non v'è traccia. Dunque, se il primo cittadino partenopeo ne esce quasi bene personalmente da questa bufera giudiziaria, è politicamente e amministrativamente che la sua esperienza alla guida di Palazzo San Giacomo, dove ha sede l'amministrazione comunale della terza città d'Italia, sembra essere giunta inesorabilmente al capolinea. Un fallimento di dimensioni ineguagliabili. Impressionanti. Uno schifo politico che non ha eguali. E che per quantificarlo basterebbe citare una sola parola: rifiuti. Una monnezza la gestione politica che ha portato al collasso del sistema della raccolta. E se è vero che l'intero settore è commissariato da anni, l'unico segmento affidato al Comune, ovvero la raccolta differenziata, raccoglie solo risultati ridicoli. Il Comune, che ha già dichiarato la bancarotta finanziaria nel '93, viaggia verso un nuovo dissesto. Soltanto quest'anno, l'assessore al Bilancio Enrico Cardillo (dimessosi a novembre e arrestato ugualmente ieri), quantificava in altri 60 milioni i debiti fuori bilancio. E non ci saranno aiuti o aiutini da Roma. Anzi. Palazzo Chigi ha scelto la linea dura al punto che il commissariato di governo per i rifiuti ha cominciato a chiedere indietro tutti i soldi anticipati per la monnezza: solo nel periodo 2006-2007 si tratta di 84 milioni di euro che la Iervolino deve ridare indietro altrimenti saranno tagliati per gli stessi importi dei trasferimenti dal governo nazionale alla giunta comunale. Il rating del Comune è abbassato da Standard & Poor's ormai al Bbb+ (quello della Bulgaria, per intenderci, e migliore di quello della Regione Lazio) e la società finanziaria avverte: «Il debito finanziario residuo continuerà di conseguenza a crescere, benché a un ritmo più lento rispetto al passato, attestandosi al 106% delle entrate correnti nel 2007 e sotto il 110% entro il 2009». Nessuno vuole prendere il posto di Cardillo per paura delle manette e per paura di una situazione impossibile da gestire: il debito sale e nessuno se ne vuole occupare. Il Teatro San Carlo, uno dei principali teatri d'Europa, langue in una situazione debitoria devastante al punto che è stato commissariato dal governo centrale e il ministro Sandro Bondi ha inviato in città direttamente il suo capo di gabinetto per provare a mettere una pezza. E commissariata è quasi tutta la città, persino il Forum delle culture, che si dovrebbe tenere il prossimo anno, è stato tolto alla gestione napoletana e il progetto è direttamente controllato da Berlusconi. I servizi sono scadenti. Un recente sondaggio effettuato dalla Swg (vicina ai Ds) sosteneva che il voto medio dei napoletani nei confronti dell'amministrazione comunale era di 4,4, oltre il 70% degli elettori esprimeva un consenso al di sotto della sufficienza. Bastonate alla Iervolino arrivavano a proposito di criminalità e decredo urbano, vivibilità e smaltimento rifiuti. Si avverte sulla pelle uno scadimento della civiltà, il senso civico è rasoterra, il rispetto delle regole quasi nullo. E le istituzioni di certo non danno un buon esempio. Il sindaco per esempio ha voluto la nomina del comandante dei vigili urbani, il generale Luigi Sementa. Il quale pochi giorni fa è salito agli onori della cronaca per aver schiaffeggiato un giornalista per un servizio a lui non gradito: il primo cittadino, invece di rimuovere colui il quale dovrebbe assicurare la legalità, lo ha rimproverato leggermente con una nota. In un clima di decadimento, disfacimento e sfaldamento, sono scesi in piazza persino i pastorai di San Gregorio Armeno, gli storici artigiani, che hanno inscenato una protesta contro il Comune. Il consiglio comunale salta continuamente per mancanza di numero legale e addirittura una riunione dedicata alla lotta alla camorra è saltata perché i consiglieri preferivano andare a vedere Napoli-Juventus. Sarà ben difficile uscire dal tunnel, più facile che la Iervolino si dimetta.

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