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Per gli italiani, d'ogni condizione e orientamento, è ...

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Il presidente Napolitano ha meritoriamente richiamato l'intera classe politica, di governo e d'opposizione, alla opportunità che una questione così centrale sia affrontata consensualmente. I leader dell'opposizione si sono divisi tra i morbidi dialoganti, Massimo D'Alema, Luciano Violante, Emma Bonino, e i rigidi integralisti, Walter Veltroni, Anna Finocchiaro e Lanfranco Tenaglia. Sopra tutto e tutti, Berlusconi ha proclamato che tirerà diritto sulla riforma inclusa la necessaria modifica della Costituzione. Da trent'anni il groviglio politica-giustizia sconquassa la Repubblica. Dapprima per le divisioni emergenziali sul modo di affrontare il terrorismo rosso e nero. Poi dibattendo su come porre rimedio alla corruzione dei politici. Infine, con Mani pulite, facendo crollare l'intero sistema dei partiti. I giacobin-giustizialisti, sostenuti per molto tempo dai comunisti e post-comunisti, hanno inneggiato al ruolo purificatore dei magistrati inquirenti di fronte alla decadenza etica della vita pubblica. I garantisti difensori dello Stato di diritto, all'opposto, hanno additato lo strapotere dei procuratori nell'arrogarsi funzioni politiche con l'alterazione della divisione dei poteri. Oggi è arrivata la resa dei conti. Da parte nostra non vogliamo giudicare se Berlusconi fa bene a tirare diritto, o se l'opposizione fa bene a strillare sul potere unico in formazione. Aspettiamo di vedere quali saranno i risultati delle iniziative in corso. C'è tuttavia un banco di prova - se non l'unico, certo il più importante - su cui si misurerà la validità delle riforme. Ce la farà il sistema giudiziario italiano ad uscire dal degrado assicurando ai cittadini tutti, poveri e ricchi, nelle vertenze civili e in quelle penali, a Belluno come a Catanzaro, una giustizia rapida, efficiente e certa? Che volete che interessi ai cittadini che attendono da anni la soluzione di una contesa ereditaria, o al carcerato in custodia preventiva che vuole conoscere in maniera definitiva se la legge lo considera colpevole o innocente, che cosa volete che interessino le dispute sulla divisione delle carriere e sull'obbligatorietà dell'azione penale (che pure a noi cultori del diritto stanno così a cuore)? È un bene che un personaggio decisivo come Luciano Violante, a lungo ritenuto l'ispiratore del "partito dei procuratori", dichiari oggi che i magistrati hanno troppo potere. È positivo che i berlusconiani, che si dichiarano liberali, finalmente affrontino la questione giustizia nella sua generalità piuttosto che attraverso leggine ad personam. Ma - ripetiamo - l'interrogativo che poniamo con forza è se i provvedimenti saranno in grado di risolvere i problemi giudiziari di milioni di cittadini che affollano le aule dei tribunali alla disperata ricerca non della Giustizia con la G maiuscola, ma semplicemente di una buona giustizia ordinaria riguardante le loro persone.

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