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Berlusconi smorza i toni: "Con Bossi c'è accordo"

Bossi e Berlusconi

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Confermando che non si siederà a un tavolo con esponenti del Pd - il premier cita in particolare Dario Franceschini - sempre pronti a insultare lui e l'istituzione che rappresenta. Al contempo, però, il Cavaliere ribadisce, con più incisività rispetto a ieri, che «se in Parlamento ci fosse la possibilità di sedersi a un tavolo io non pongo un ostacolo a questo». Quanto all'oggetto di un'eventuale convergenza in tema di giustizia, Berlusconi elogia Luciano Violante, le cui riflessioni - nota il Cavaliere - «coincidono con le nostre posizioni». Ma soprattutto la convergenza è «su ciò che pensano i cittadini, anche perchè quando parlo in giro se c'è una cosa che fa scattare la standing ovation - dice il capo del governo - è quando parlo della giustizia, del processo, degli avvocati dell'accusa, delle intercettazioni da limitare per certi reati più gravi». Rispetto ai tempi, Berlusconi pensa che il varo avverrà dopo Natale: «Non c'è questa urgenza anche perchè il Parlamento ha molte cose da fare». Il premier non vede incompatibilità sui tempi tra la riforma della giustizia e il federalismo fiscale: la questione spetta ai «due rami del Parlamento. Una riforma va avanti da una parte, l'altra riforma va avanti dall'altra». E con gli alleati della Lega «non siamo assolutamente in situazioni di mancanza di fiducia, anche Bossi ha sempre detto che Berlusconi mantiene la parola». Con Bossi, quindi, «c'è assolutamente accordo, c'è un clima fraterno, fantastico», spiega ancora in serata Berlusconi, aggiungendo che le riforme su federalismo e giustizia «andranno di pari passo perchè è nel programma». Il presidente del Consiglio ha anche ribadito che con il leader del Carroccio «non c'era nulla da chiarire»: quella sul federalismo e l'altra sulla giustizia «sono due riforme e le stiamo mandando avanti insieme». Il premier poi, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano degli appelli del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per riforme condivise tra maggioranza e opposizione, a cominciare da quella della giustizia, il Cavaliere chiosa: «Me lo auguro anche io, me lo auguravo anche io, ma poi andate a vedere cosa dichiara Di Pietro...».

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