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Giustizia, il Pdl prova ad accelerare

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Dall'altro la maggioranza al completo che, a gran voce, rilancia la richiesta di procedere con l'approvazione del progetto di riforma della giustizia. «Il sistema giustizia è semidefunto perché non è più un servizio per i cittadini. Il cittadino che subisce un torto e chiede tutela, non ha la possibilità di vedere riconosciuti i propri diritti e, addirittura, rinuncia alla giustizia», aveva detto Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera, in un'intervista a Il Tempo. E ora incalza: «Nei tribunali - sottolinea la deputata del Pdl - esiste un dislivello di produttività: alcuni magistrati producono tantissimo, altri sono addirittura assenti. Credo, che non si possa più parlare di sistema malato, ma quasi defunto». Per quanto riguarda il tema della riforma invece la Bongiorno ribadisce: «Ho sempre sostenuto l'esigenza di riforme. Quando ci sono scontri tra procure non può essere la singola norma a correggere il sistema, così come non credo che possa essere l'emotività lo spirito giusto per fare le riforme. Serve una riflessione profonda e condivisa che parta dalla riforma dei processi ed arrivi alla revisione dei meccanismi di accesso alla Magistratura». A farle eco anche il collega di partito Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera: «Le vicende politico giudiziarie di questi giorni, fanno emergere una giustizia bisognosa di una profonda riforma. Per vararne poi una condivisa basterebbe trasformare in norme quanto sostenuto negli ultimi sei mesi da Luciano Violante (separazione delle carriere, obbligatorietà dell'azione penale e un Csm più equilibrato nella sua composizione, ndr), senza alcuna tentazione da parte della maggioranza di trasformare questa esigenza in una punizione verso la magistratura e senza alcun appiattimento dell'opposizione alle posizioni di una minoranza politicizzata delle toghe». Uno spiraglio di possibili larghe intese sulla bozza di riforma arriva dalla capogruppo del Pd al Senato, il magistrato Anna Finocchiaro: «Quello che sta accadendo in questi giorni richiede certamente una riflessione che riguarda anche degenerazioni e abusi compiuti da magistrati. Per quello che ci riguarda siamo disponibili a ragionare di riforma della giustizia. Noi vogliamo una giustizia più snella che garantisca tempio certi e che sia vicina agli interessi dei cittadini. Abbiamo perplessità a toccare la Carta costituzionale, riteniamo necessaria l'obbligatorietà dell'azione penale e consideriamo l'indipendenza della magistratura un principio da salvaguardare». «Se il governo vorrà lavorare a una riforma che acceleri i processi amministrativi e penali troverà orecchie attente e anche nostre proposte. Prime prove di dialogo tra maggioranza e opposizione che ricevono la benedizione del presidente del Senato Renato Schifani: «Si tratta di un importante passo in avanti» e garantisce «adeguati spazi di tempo perché il dibattito sia ampio ed esauriente». A non voler invece sentir parlare di collaborazione con la maggioranza è il leader Idv Antonio Di Pietro, che definisce le richieste di riforma della giustizia «falsi problemi, trucchi per bloccare definitivamente la macchina della giustizia in Italia. Mettiamoci in testa che chi parla di riforme vuole solo che la giustizia non funzioni».

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