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Non solo il settore dell'auto. Anche quello degli ...

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000dipendenti, ieri la Indesit ha annunciato che chiuderà i suoi impianti «per alcuni giorni» nel prossimo trimestre, al fine di ottimizzare il livello delle scorte dopo aver registrato un aumento degli stock a causa del calo delle vendite legato alla crisi economica. Le difficoltà in cui versa il settore hanno spinto il ministro Scajola nei giorni scorsi a ipotizzare misure di rottamazione sulle quali però poi il premier Berlusconi ha frenato. La stessa Confindustria ha detto di preferire interventi spalmati su diversi settori più che concentrati su alcuni specifici comparti produttivi. «Nei prossimi tre mesi chiuderemo per alcuni giorni le nostre fabbriche, o almeno quasi tutte» ha spiegato l'amministratore delegato di Indesit, Marco Milani, nel corso della conference call di presentazione dei dati trimestrali. Di fronte alla crisi «la sola cosa che possiamo fare - ha infatti aggiunto - è ridurre la produzione per arrivare a un appropriato livello di stock». «Negli ultimi due mesi il trend del mercato è stato molto negativo» ha proseguito Milani, che ha indicato nella «Russia» e nell'«Est Europa» i mercati più in difficoltà. Per quanto riguarda il futuro, «nei prossimi due mesi ci aspettiamo un mercato difficile, questo non è certo il migliore ottobre che abbiamo avuto». La situazione economica confusa impedisce anche previsioni: «per il 2009 siamo incapaci di finalizzare un budget, è impossibile prevedere l'andamento del mercato», ha concluso Milani facendo riferimento all'andamento schizofrenico dei prezzi delle materie prime. C'è anche lo scenario drammatico delineato dal Rapporto di Prometeia e Intesa Sanpaolo sui settori industriali. Emerge che l'industria manifatturiera italiana risentirà del peggioramento dello scenario economico internazionale e delle incertezze dovute alla crisi finanziaria, con una contrazione del fatturato a prezzi costanti tanto nel 2008 quanto nel 2009 (-2,1% e -1% rispettivamente). Dopo un biennio di calo, il settore dovrebbe agganciare la ripresa e tornare a crescere nel 2010 (+1%), pur in una situazione di elevata incertezza. La rinnovata competitività delle imprese italiane insieme all'ipotesi, cruciale nello scenario delineato dal Rapporto, di una relativa tenuta, in un quadro di domanda mondiale fortemente compromesso, degli acquisti dei paesi emergenti e dei paesi produttori di commodity, dovrebbero consentire all'export di continuare a crescere anche nella fase più difficile, seppure a ritmi contenuti. Ciò consentirà al commercio con l'estero di dare un contributo positivo alla crescita del manifatturiero, elemento fondamentale alla luce dell'andamento penalizzante previsto per la domanda interna. Tra i settori che terranno - secondo il rapporto - figurano quelli «meno ciclici» dell'alimentare e bevande, della farmaceutica e del largo consumo. Anche per i prodotti in metallo è attesa una sostanziale stabilità del fatturato, mentre risulteranno più penalizzati l'elettrotecnica e la metallurgia. Più deboli, invece, prodotti e materiali per costruzione, elettrodomestici e mobili. La domanda interna decisamente negativa condizionerà poi l'andamento del settore degli autoveicoli e moto, dopo la forte ripresa dello scorso biennio.

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