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Clima, l'Italia non cede alla Ue

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Stavros Dimas e Stefania Prestigiacomo

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E Bruxelles replica. L'obiettivo dell'Ue non cambia: la presidenza di turno francese punta a raggiungere un'intesa sul varo del pacchetto clima entro dicembre, cioè al prossimo vertice dell'Unione. Stemperati i toni della polemica Roma-Bruxelles sulle cifre relative ai costi dell'applicazione del pacchetto, il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, in occasione della sua partecipazione al Consiglio dei ministri dell'Ue, ha sottolineato che «nessuno minaccia veti. Siamo venuti per esprimere il punto di vista dell'Italia e trovare soluzioni condivise». Ma «la nuova Maastricht per l'ambiente non si può fare se non c'è l'accordo su tutto». E l'Europa «non può svolgere il ruolo di Don Chisciotte» nel mondo. La posizione italiana, ha ricordato il ministro «non è isolata». Gli interventi dei colleghi in occasione del Consiglio «hanno confermato che sono almeno dieci i Paesi che hanno l'esigenza di modificare il pacchetto alla luce dell'analisi costi-benefici». «Siamo qui per trovare un accordo», ha ribadito ancora Prestigiacomo aggiungendo che però «le distanze sono notevoli». La volontà espressa dal Consiglio europeo la scorsa settimana di procedere all'unanimità è stata, per il ministro «molto saggia». Una volta passato questo principio, ha poi aggiunto, «sarebbe suicida non accettare almeno una parte delle richieste di modifica». E senza un'intesa all'unanimità — è la posizione italiana — l'accordo sarebbe destinato a slittare. Nel corso del suo intervento al Consiglio ambiente, Prestigiacomo — contrariamente a quanto da lei stessa anticipato all'arrivo a Lussemburgo — non ha esplicitamente chiesto l'inserimento di una clausola di revisione all'interno del pacchetto ma ha evidenziato più volte le proccupazioni derivanti dagli effetti della crisi finanziaria e dalla necessità di avere più tempo per valutarne l'impatto. Il pacchetto clima «è in linea con quanto si dovrebbe fare per fare fronte alla crisi economica e finanziaria», ha messo in evidenza il commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas, il quale è apparso ottimista sulla possibilità di arrivare a un'intesa nei tempi fissati dal vertice Ue. «Dovremo approfondire le questioni sul tappeto — ha spiegato mostrando apertura verso la possibilità di introdurre modifiche agli interventi previsti. «Ma le concessioni di deroghe — ha precisato il commissario — dovranno essere limitate nel tempo e nella portata». Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro francese Jean-Louis Borloo, presidente di turno del Consiglio ambiente dell'Ue. Secondo il quale «la scelta di tutti i leader è stata quella di concludere entro la fine dell'anno, ma tenendo conto dei problemi dei singoli Paesi. Nessuno - ha chiosato Borloo - ci ha dato un mandato per un rinvio della decisione. Questa è la tabella di marcia e il Parlamento europeo è d'accordo con noi. Abbiamo un mese e mezzo di tempo per risolvere i problemi e trovare un accordo». L'Italia, ha comunque ricordato Prestigiacomo, continua tra l'altro a chiedere che il regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto venga discusso congiuntamente con il pacchetto clima.

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