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Eppure il silenzio, l'assenza di manifestazioni rumorose ci ...

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Il Pd di Veltroni sembra caratterizzato dalle roventi polemiche interne fra le quindici e più correnti interne. Al punto che già circolano i nomi dei successori di Veltroni, destabilizzando non solo l'attuale segretario ma tutta la leadership dell'opposizione. La stessa manifestazione nazionale del 24 ottobre, promossa dal Pd, con tutte le defezioni registrate, rischia di ridimensionarsi moltissimo a poco più di una testimonianza. In diversi settori del Pd del del nord si fa osservare infatti: vale la pena promuovere una grande contestazione della politica del governo, quando poi sulle misure anticrisi il Pd ha già deciso di astenersi? E i sindacati? Tentano, come spesso è avvenuto in passato, di supplire alla debolezza dell'iniziativa politica. Ma questa volta però, a differenza del passato, sono profondamente divisi nelle politiche e nelle strategie, come si è visto nella vicenda Alitalia e nel confronto sulla riforma contrattuale (Cgil da una parte e Cisl, Uil, Ugl dall'altra). Persino sulla scuola Cisl e Uil sembrano più disponibili a cercare un accordo con il ministro Gelmini, anche se — per timore di perdere consensi — hanno proclamato uno sciopero di bandiera. Insomma, anche i sindacati si trovano in grandi difficoltà e di fatto accusano contraccolpi dell'iniziativa aggressiva del governo. Come è avvenuto con la campagna sui fannulloni, vinta, per il momento, dal tenace ministro Brunetta (ha ridotto del 50% l'assenteismo degli statali, equivalenti a circa 45 mila occupati), sembra che si siano trovati improvvisamente senza argomenti difensivi. Il clima è veramente cambiato e l'opinione pubblica non accetta più discorsi generici di riforme, senza che si metta mano all'ascia per tagliare la spesa pubblica, fatta anche di privilegi, di sacche di parassitismi, di tutela di piccole e grandi caste. E si sa che in Italia quando si comincia a toccare corporativismi e lobbies, con tutti gli interessi consolidati, scoppia il finimondo. Il governo Berlusconi ha il merito di provarci, con coraggio e senza puntare ai calcoli elettorali. E la crescita dei consensi premia un decisionismo che non si registrava dai tempi del governo di Bettino Craxi. Aldo Forbice

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