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Scuola, sfida alla Gelmini

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Scuola, le proteste

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«Perché la scuola pubblica non sia ridotta a un fantasma» genitori e insegnanti hanno organizzato ieri sera l'inconsueta veglia in diverse scuole di tutta Italia. Dalla fiaccolata per le vie di Napoli, ai laboratori artistici con clown e trampolieri, fino alle danze, le esibizioni di musicisti, cantanti e attori, con narrazioni e concerti, anche all'aperto. E se a mobilitarsi per il futuro scolastico dei più piccoli sono mamme e papà, alle superiori gli studenti ci pensano per conto loro, con le prime occupazioni. Da ieri pomeriggio il liceo classico Mamiani, scuola della Roma «bene», è stato occupato dagli studenti con l'obiettivo di «dare una scossa alle altre scuole». Ma non finisce qui. Sul piede di guerra anche il mondo universitario che ha proclamato per il 14 novembre uno sciopero generale del settore accompagnato da una manifestazione nazionale a Roma e da iniziative di protesta in tutta Italia. La giornata di lotta è stata decisa dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil di categoria per ribadire un «no» deciso alla riforma Gelmini e per protestare contro i tagli al settore e le norme che bloccano la stabilizzazione dei precari degli enti di ricerca. Intanto, nonostante i messaggi di pace inviati dal ministro, le università vanno avanti da sole. Oggi a La Sapienza di Roma ci sarà un'assemblea alla quale dovrebbe partecipare il neorettore Luigi Frati al quale i ragazzi intendono chiedere il blocco dell'anno accademico. Il tutto mentre ieri la commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato parere favorevole al decreto Gelmini (un via libera arrivato con i soli voti della maggioranza).

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