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Consulta, stop del Pd a Pecorella

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A pesare sulla bocciatura del Pd, giunta al termine di una movimentata riunione del coordinamento del partito di Veltroni, è soprattutto il no secco di Di Pietro. Il leader ha stroncato il nome di Pecorella dicendo che «sarebbe come votare Cuffaro». Ma soprattutto per il leader dell'Italia dei Valori sarebbe «uno scandalo immorale e incivile scambiare il voto dovuto a Orlando alla vigilanza con il voto a Pecorella, che noi non possiamo votare perchè non possiamo mandare alla Corte Costituzionale una persona sotto processo, ma soprattutto non possiamo mandare alla Corte Costituzionale l'avvocato del premier per decidere sulla costituzionalità del Lodo Alfano». Così nel pomeriggio i capigruppo di Camera e Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro in una nota hanno ribadito che sull'elezione di Pecorella alla Consulta pesa un «impedimento istituzionale obiettivo a causa l'avvio della procedura di autorizzazione a procedere nei confronti di un membro della Corte Costituzionale che inevitabilmente si determinerebbe». La Finocchiaro ha poi detto che oggi si farà un'ulteriore verifica con Di Pietro sull'ipotesi di Orlando alla Vigilanza. Ma il capogruppo dell'Idv, Donadi, non ne vede la necessità e ieri ha confermato la candidatura di Orlando. «Non lasceremo cadere il suo nome» ha detto sottolineando che il no del Pdl è «strumentale». «Per noi - ha aggiunto il presidente dei deputati dell'Idv - è impossibile prendere in considerazione una candidatura diversa». Donadi invita quindi la maggioranza «ad essere coerente fino in fondo». La bocciatura di Pecorella ha scatenato le accusa della maggioranza che vede anche in questa occasione la conferma del condizionamento del Pd da parte di Di Pietro. «Sono succubi dell'Idv, il vero segretario del Pd è Di Pietro non Veltroni» tuona il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone mentre il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri definisce «bizzarro» il modo di ragionare di Di Pietro. «Mettere in campo due proposte che possono essere approvate per far camminare le istituzioni a pieno ritmo, non è affatto un patto inaccettabile». «Siamo in attesa di risposte costruttive» commenta Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. Il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino rilancia: «Non si comprende come il centrosinistra pretenda di imporre un proprio nome alla Vigilanza Rai e ponga anche dei veti su un'elezione che spetta palesemente alla maggioranza». Ma Soro gli risponde a tono: «non possiamo pretendere di fare cambiare opinione alla maggioranza che, avendo i numeri, o accoglie la nostra proposta o ci dirà che cosa intende fare». A fine giornata il Pdl ribadisce che continuerà a sostenere la candidatura di Pecorella. In una dichiarazione congiunta i due capigruppo di Camera e Senato, Cicchitto e Gasparri, confermano per la seduta comune di oggi del Parlamento convocato a oltranza, il voto dei gruppi del Pdl di Camera e Senato per Pecorella. Cicchitto lascia intendere che dopo il no del Pd, la nomina alla presidenza della Vigilanza della Rai torna in alto mare e che su Orlando la quadratura sarà difficile. «La decisione del Pd è un gravissimo errore. Per parte nostra abbiamo fatto una proposta di alto profilo, volta proprio a sbloccare la situazione. Prima l'Idv e adesso, purtroppo, il Pd hanno assunto una posizione negativa impedendo una soluzione».

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