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Berlusconi rilancia: statali, città pulite e giustizia. Ecco la fase due

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Silvio Berlusconi

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E ora che il premier si avvia a un fine settembre senza le riunioni infinite, i tavoli di concertazioni, le notti con i ministri e le loro minacce di dimissioni incorporate, in pratica ora che non c'è più quello stillicidio della Finanziaria che - di fatto - è stata approvata prima dell'estate. Ora che l'agenda d'autunno si presenta senza particolari intoppi. Insomma, ora Berlusconi prova ad aprire una nuova stagione delle riforme. Si chiude la fase delle emergenze, si apre quella più strategica. Quattro giorni al centro Messegue di Melezzole in Umbria e il Cavaliere appare più tonico, guarda avanti: «Le altre cose che ci attendono - spiega il presidente del Consiglio - sono l'ammodernamento della Pubblica amministrazione, l'applicazione del federalismo fiscale per combattere l'evasione fiscale, l'ammodernamento della scuola, la riforma della giustizia, l'ordine e il decoro di tutte le città. E non soltanto per quanto riguarda i rifiuti, ma anche per quanto riguarda l'estensione del concetto della propria casa alle piazze, alle strade, ai giardini d'Italia. L'imbrattamento dei muri che è una cosa che gli italiani sono stufi di vedere. E ancora, il sostegno alle aziende, all'economia, attraverso la riduzione degli sprechi e dei privilegi, la riduzione della pressione fiscale». I sondaggi parlano chiaro. Più appare il «Berlusconi del fare», più si espone il premier intento a risolvere i problemi e più il suo consenso cresce. E così, il Cavaliere prova ad evitare le diatribe e si presenta più come capo del governo che studia soluzioni. «C'è un gran lavoro da fare - insiste il capo del governo - ma abbiamo una maggioranza forte e coesa, un governo che ha dimostrato di saper assumere in prima persona il rischio di sfide difficili e credo che avremo la possibilità di farlo». L'esecutivo interverrà anche - prosegue Berlusconi - «per il sostegno alle aziende e all'economia, attraverso la riduzione degli sprechi e dei privilegi e la riduzione della pressione fiscale». Ma è sulla giustizia che Berlusconi prova a dire qualcosa di più di una battuta. E spiega: «Il lodo Alfano? Sono assolutamente convinto che passerà», dice. Quindi si lascia scappare una frase che non suona come un semplice avvertimento: «Se non passasse, allora ci sarebbe da fare una profonda riflessione su tutto il sistema giudiziario e su ciò che è successo recentemente a Milano». Il provvedimento, che sospende i processi per le quattro principali cariche dello Stato, è al vaglio della Consulta visto che sono state sollevate eccezioni di costituzionalità. Se il lodo venisse bocciato, è probabile che il governo metta mano a una riforma profonda. Giustizia a parte, il capo del governo vuole andare avanti. Anche da solo. O forse soprattutto da solo. Dopo l'intervista di Veltroni al Corriere della Sera (ne riferiamo a parte) in cui si parla di rischio autoritario in Italia, il premier pone lo stop: «Noi abbiamo una maggioranza a cui gli italiani hanno dato il mandato di governare il Paese. Quindi, non parliamo più di dialogo, per favore, perché con quello che dicono, hanno detto, e per come si sono comportati, è una cosa addirittura ridicola pensare che con gente del genere si possa collaborare». E ancora: «Il signor Veltroni si illustra da sè, basta leggerlo. Le persone che hanno buonsenso leggono Veltroni e non c'è da aggiungere alcun commento a quello che lui ha detto a Porta a porta l'altro giorno e a quello che ha detto sul Corriere». Il Cavaliere non ha digerito l'invasione di campo su Alitalia all'ultimo momento, il colpo basso della Cgil sullo stesso fronte, il fuoco di fila acceso sulla scuola. Il principale partito dell'opposizione, il Pd, sembra scivolare sempre più a sinistra. E il principale sindacato, quello guidato da Epifani, prova ad alzare i toni e prepara la stagione della piazza. Ma resterà solo perché Cisl e Uil non sono intenzionati a sreguirlo su quella strada. Anzi, preferirebbero puntare all'intesa con il governo e a portare a casa qualcosa. In questo quadro domani il ministro Brunetta aprirà la partita della trattativa sul rinnovo degli statali. Sarà il nuovo banco di prova nel sindacato. Il metodo di lavoro è sempre lo stesso: o si dialoga oppure il governo va avanti lo stesso. Da solo.

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