Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Lodo Alfano, il tribunale decide se concedere il bis

default_image

  • a
  • a
  • a

Sabato prossimo, infatti, i giudici della Decima sezione del Tribunale di Milano - davanti ai quali è in corso il processo che vede imputati per corruzione in atti giudiziari Silvio Berlusconi e David Mills - scioglieranno la riserva sull'eccezione di costituzionalità presentata dal pm Fabio De Pasquale che, venerdì, ha incassato una prima vittoria con la decisione dei giudici della Prima sezione di trasmettere gli atti alla Consulta perchè decida se il Lodo Alfano risponde ai dettami di svariati articoli della Costituzione. De Pasquale - una volta ottenuto dal Tribunale, presieduto da Nicoletta Gandus (giudice del quale Berlusconi aveva chiesto la ricusazione), la possibilità di discutere l'eccezione mentre la difesa aveva chiesto la sospensione in attesa della Consulta, sulla base della decisione di ieri - è tornato all'assalto anche in questo processo perché, a suo avviso, i giudici della Prima sezione, nel processo per le presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset, non avrebbero risolto esaustivamente alcuni problemi, in particolare quelli in relazione all'articolo 3 della Carta costituzionale, che riguarda la parità di ogni cittadino di fronte alla Legge. Per De Pasquale, il Lodo Alfano è «irragionevole» perchè conferirebbe una «sostanziale ipotesi di inviolabilità durante il mandato» delle quattro più alte cariche dello Stato e questo contrasta proprio con l'articolo 3 della Costituzione. La norma consentirebbe, infatti, una sospensione dei processi «generale, che si applica a tutti i reati, senza specificazioni». «Abbiamo quattro cariche dello Stato che non sono soggette alla legge - ha spiegato - mi chiedo se è possibile che questo, senza riferimento alcuno alle persone fisiche, possa avere un effetto criminogeno, in quanto chi è lì potrebbe avere la consapevolezza di potere non essere perseguito». Da qui la richiesta di trasmettere gli atti alla Corte costituzionale e sospendere il processo per Berlusconi, ma non per l'avvocato Mills. Che il processo sia trattato unitariamente è stato invece chiesto dal legale di Mills, Federico Cecconi, secondo il quale il Lodo dovrebbe essere «naturalmente esteso» anche al suo assistito perché «concorrente necessario nel reato» e, se il processo dovesse proseguire solo per lui, si andrebbe incontro a una serie di nullità. Trancianti i legali del premier nel chiedere che l'eccezione di costituzionalità non sia accolta: per Niccolò Ghedini, il pm confonde «immunità, non punibilità e improcedibilità» con la ratio del Lodo, che assicura alle alte cariche dello stato un «legittimo impedimento ex lege». «Il signor pubblico ministero ha una visione inquisitoria della vita processuale - ha spiegato Ghedini - difendersi vuol dire non solo poter partecipare alle udienze, ma anche prepararsi alle udienze». E sulla separazione della posizione del premier da quella di Mills, come chiesto dal pm: «Probabilmente vuole un pronunciamento mediatico per Mills per colpire Berlusconi per il quale il processo sarebbe comunque sospeso».

Dai blog