Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I Veltroni-boys danno la sveglia a Walter

Veltroni

  • a
  • a
  • a

Così ad esempio Enrico Morando, dopo essersi occupato del programma economico del partito, è diventato coordinatore del governo-ombra. Mentre Giorgio Tonini si è preso in carico l'area studi, ricerca e formazione. Da questo mondo, poi, arriva anche Claudio Petruccioli che da alcuni giorni è diventato il candidato preferito di Veltroni per sbloccare l'impasse sui nuovi vertici della Rai. Insomma, definirli veltroniani probabilmente è eccessivo, ma è indubbio che si tratta della componente del Pd più «fedele» al segretario. E non è un caso che a gennaio Veltroni scelse proprio l'assemblea annuale della loro associazione LIBERTÀeguale ad Orvieto per annunciare che il Pd sarebbe andato da solo alle elezioni. Una svolta che i liberal accolsero con entusiasmo convinti che, in quel modo, si sarebbe aperta una nuova stagione riformista. Otto mesi dopo, complice anche la sconfitta elettorale, l'entusiasmo è un po' scemato. E Orvieto, dove domani inizierà la decima assemblea di LIBERTÀeguale, è diventato il luogo dell'autocritica. Non un processo al segretario (anche perché lui, impegnato altrove, non ci sarà), ma quasi. Basta leggere la scheda che presenta la seconda sessione di lavoro del convegno, quella dal titolo «Riformisti al governo: operazione 2013». «La nostra discussione - si legge - si concentrerà sulla irrisolta questione di identità politico-culturale del Pd, sul tipo di opposizione che il Pd deve efficacemente intrattenere su punti di rilancio della sua azione politica e programmatica». E se a cinque mesi dalle elezioni c'è ancora qualcuno che discute di questo, forse Veltroni qualche responsabilità ce l'ha. Né Tonini né Morando, ovviamente, puntano il dito contro il segretario, anche se quest'ultimo ammette: «C'è una tentazione, ancora forte, di un'opposizione urlata come fu nel 2001-2006 e a mio avviso non sempre noi siamo riusciti in questi mesi ad accompagnare la nostra critica con una definizione puntuale di proposte alternative». Bene quindi il Veltroni che scrive a Berlusconi proponendo soluzioni per Alitalia, male quello che insegue Antonio Di Pietro e, magari, vuole «Salvare l'Italia» con una petizione contro il Cavaliere. Anche per questo domani i liberal discuteranno di giustizia ma senza «farsi condizionare dalla presenza del premier» perché, come spiega l'ex sottosegretario Luigi Covatta (animatore di questa prima sessione): «La riforma del sistema giudiziario è una questione centrale della democrazia italiana da affrontare senza tabù e con spirito costituente». Sabato e domenica poi, spazio, tra gli altri, ad Arturo Parisi, Rosy Bindi, Piero Fassino, Enrico Letta, Francesco Rutelli. E c'è da giurarci, a Veltroni fischieranno le orecchie. Ovunque sia.

Dai blog