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«Se fallisce è colpa della sinistra Noi abbiamo fatto il possibile»

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Semmai a fare le spese di questa vicenda sarà la sinistra e la Cgil che ha remato contro a una soluzione e è quindi responsabile del fallimento». Poche parole, dopo il Consiglio dei ministri, uno sfogo che non riesce a trattenere. Berlusconi lascia a Letta il compito di delineare la situazione della vertenza dell'Alitalia. Lo segue in silenzio, poi a fine discorso, si lascia andare con alcuni ministri. L'eventuale fallimento della compagnia di bandiera non sarà una tegola sul governo. Di questo Berlusconi è certo e rassicura i membri del governo. Per tutta la giornata di ieri Letta ha tenuto contatti con i sindacati dei piloti per farli recedere dalle loro posizioni. Il mandato che il sottosegretario ha avuto dal premier è di dire chiaro e tondo con toni anche ultimativi che alternative alla Cai non ce ne sono e che la chiusura significa ventimila a casa con gli ammortizzatori sociali consueti, non quelli più generosi previsti dal piano. In serata, durante una cena del Ppe, Berlusconi ha calcato la mano: la situazione è difficile e i protagonisti non hanno capito quale responsabilità si sono assunti». A Palazzo Chigi filtrano le indiscrezioni che il Pd sta facendo un pressing serrato sulla Cgil affinchè riapra il dialogo con la Cai. Berlusconi capisce che ancora una volta Veltroni è nell'angolo e che la strategia del «tanto peggio tanto meglio» ventilata da alcune frange del Pd, gli si sta ritorcendo contro come un boomerang. Chi a sinistra ha pensato di poter riscuotere un vantaggio politico dalla rottura della trattativa, ora si sta accorgendo che non è così. Le carte in tavola sono cambiate e la mano è favorevole al governo. Qualunque sia l'esito della vicenda Alitalia, l'immagine che rimbalza all'esterno è quella di un premier che ha fatto tutto il possibile, che ha messo su una cordata di imprenditori convincendoli a sborsare 1 miliardo di euro in una situazione economica generale difficile, che ha convinto Air France a essere della partita; insomma di più non era possibile. Di contro c'è una Cgil che ha fatto asse con gli autonomi. Berlusconi avrebbe commissionato anche un sondaggio proprio sull'affare Alitalia per capire l'impatto che la vicenda, che sta avendo sull'opinione pubblica, in termini di consenso. E il risultato sarebbe rassicurante. Ecco perchè le bordate da parte del Pdl sulle responsabilità della Cgil e della sinistra si sono moltiplicate. Ecco anche il tono ultimativo del premier: non c'è alternativa a Cai. Berlusconi è convinto che l'Alitalia metterà una pietra tombale al tentativo della sinistra di risalire nei sondaggi. Non solo. Sarà anche il de profundis, sostengono nel Pdl, per la Cgil che apparirà come il sindacato che demolisce invece di costruire. Qualora poi i sindacati più belligeranti alla fine dovessero fare marcia indietro, per il governo sarebbe un risultato doppio. Prima del Consiglio il premier ha sentito il ministro dell'Economia Tremonti e il commissario europeo Tajani che gli hanno confermato l'impossibilità di una nazionalizzazione della compagnia. «Non lo permette la legge e non è neanche un'ipotesi da prendere in considerazione».

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